Daniele Peluso, nutrizionista: “Per eliminare la pancia ci vuole un po’ di pazienza”

Il tema dell’alimentazione è talmente vasto da poter essere affrontato sotto mille punti di vista. Il biologo, nutrizionista e preparatore atletico Daniele Peluso ha risposto ad alcune domande specifiche per Velvet Body.
Vale la pena partire dal concetto di “alimentazione sana”, una definizione di cui spesso si abusa: Senza entrare in definizioni tecniche possiamo andare a cercare una sana alimentazione nelle abitudini alimentari dei nostri nonni, che non cominciano la giornata senza una ricca colazione e una pausa a metà mattina. Nel pasto principale mettono sempre tutto; non manca la merenda pomeridiana e infine la cena con pane, pesce e sempre verdure. Il vantaggio di questo comportamento alimentare sta nel fatto che tiene conto del piacere di mangiare, di stare insieme e di non spendere molto.

L’alimentazione subisce delle variazioni durante l’anno: tornare al lavoro dopo le vacanze, riprendere l’attività sportiva, l’alternarsi delle stagioni… Tutto influisce?
Per una persona che svolge un’attività lavorativa normale, e pratica sport tre volte a settimana, basta seguire un’alimentazione equilibrata, come descritta prima, lasciandosi cullare da tutto ciò che le stagioni ci offrono. Le arance, in inverno, ci sostengono nella lotta contro le influenze, l’anguria d’estate ci aiuta contro la disidratazione, le fave in primavera sono un vero doping di vitamina C e vitamina A con tanto ferro, magnesio, potassio, calcio, mentre tra giugno ed ottobre i peperoni ci aiutano con il betacarotene e i sali minerali. E potrei andare avanti per molto.
Queste regole valgono per tutti o ci sono delle eccezioni?
Il discorso cambia per uno sportivo che si allena oltre le 20 ore a settimana, o per una donna incinta, o per un anziano, per i bambini e per le persone che hanno patologie per cui il metabolismo viene compromesso. In tutti questi casi può avere senso sbilanciare la dieta. In quei casi ci si deve interfacciare con i medici.
Sfatiamo un luogo comune: il metabolismo cambia davvero dopo i 30 anni?
Dai 30 anni si ha una diminuzione del metabolismo basale, ma è minimo e le variazioni che si associano alla forma fisica in quell’età sono più il frutto del fatto che, in genere, ci si muove di meno, avendo una vita più sedentaria. Cosa si può fare per bilanciare questi comportamenti? Basta una giusta dieta legata sempre ad una corretta attività sportiva per non avere ingrassamenti improvvisi o cali repentini. Si può stare nei propri vestiti, assecondando un pochino e con grande serenità i cambiamenti di forma che sono peculiari di ogni età.
Uno dei problemi che affligge le donne (e non solo loro) è quello della ‘pancetta’. Come combatterla?
Per questioni evolutive, si dimagrisce da ‘fuori verso dentro’, quindi viso, braccia e gambe sono le prime parti che perdono peso, poi il tronco con l’addome negli uomini e cosce e glutei nelle donne prima della menopausa, e poi anche per loro compare la pancia. Questo perché il grasso va a proteggere gli organi vitali.
In questo caso il dimagrimento richiede sempre più tempo?
Sì, una cosa importante: non aspettarsi dei benefici immediati, la diminuzione del grasso viscerale, come detto prima, avverrà per ultima, ci vuole forza di volontà, e costanza sia nella dieta che nell’attività fisica, che dopo i primi chili persi, diventa l’arma vincente per un fisico asciutto e tonico”.
Infine, quali sono i consigli da seguire assolutamente e una cosa da evitare in fatto di abitudini alimentari?
I più semplici da attuare: bere molta acqua e non saltare nessuno dei 5 pasti giornalieri, ripartendoli correttamente.

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