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Categories: Interviste

Kledi Kadiu: “La danza è per tutti, basta stare bene col proprio corpo”

Il mondo della danza esprime fascino e rigore ed è apprezzata dal pubblico soprattutto perché mostra il corpo umano e lo valorizza con i suoi movimenti. Si tratta di una disciplina dai contorni incerti, conosciuta dal grande pubblico solo negli ultimi anni. Abbiamo provato a saperne di più facendo qualche domanda al ballerino e insegnante Kledi Kadiu, che si è mostrato gentile e disponibile.

Kledi, cos’è più importante nella danza? Un allenamento costante o un’alimentazione controllata?
Sicuramente le due cose devono andare di pari passo. L’allenamento è necessario per arrivare al top, ma si fa fatica se non si segue una dieta equilibrata. È sbagliato pensare “Posso mangiare quello che voglio, tanto mi sono allenato e ho bruciato”.
Ad Amici e nelle tue scuole sei a contatto con molti ragazzi: qual è la prima cosa che insegni loro?
La cosa più importante della danza è che il corpo deve stare bene e crescere in maniera positiva. Cerco di insegnare questi valori: positività ed educazione, è importante forgiare il carattere sin da bambini, molti cominciano a danzare a 4 anni.
E se si comincia quando si è più grandi?
Non importa, si può ballare lo stesso! Inoltre non tutti devono diventare ballerini professionisti a tutti i costi. La danza serve anche a stare bene fisicamente o semplicemente a socializzare.

Tv e teatro: la danza in televisione viene trattata con maggiore sufficienza? Credo che la tv abbia dato un contributo immenso, 10-15 anni fa il grande pubblico non la conosceva. I personaggi del teatro erano noti solo ad una cerchia ristretta, mentre ora si danza per tutti. È stata abbattuta una barriera. Basti pensare che prima c’erano 200 scuole, oggi 17.000 con 1.400.000 di aspiranti allievi! Sono numeri importanti.
La danza è solo sacrificio o ci si può anche “divertire” ballando?
Se si ha la passione per il ballo per non si sente la stanchezza e l’impegno richiesto non è considerato un sacrificio. Le altre passioni o i divertimenti, come amici e svaghi, possono convivere: basta sapere cosa si vuole.
Ti riferisci agli obiettivi che ci si prefissa?
Si, se si vuole diventare i nuovi Carla Fracci e Massimo Murru ci saranno delle regole da rispettare, non ci si potrà allenare per un’ora e mezza ma per 5-6-7-8 ore al giorno! Si dovrà andare a letto presto e seguire un regime alimentare rigido. Ci sono degli obblighi. Il discorso cambia per chi non vuole farne un professione, si può ballare anche solo per il gusto di farlo.


Parlaci del tuo progetto nelle scuole.
La Kledi Dance ha due sedi a Roma, in via Prenestina e in via del Castro dei Volsci. Poi ci sono affiliazioni con diverse scuole in tutta Italia: Trieste, Treviso, Calabria… Ai ragazzi offriamo l’occasione di aggiornarsi e fare esperienza, due cose necessarie per un aspirante ballerino. Poi due volte l’anno, a Natale e a maggio, organizziamo un Galà di Danza al teatro Brancaccio di Roma con i più meritevoli. È una bella opportunità.
Infine, confessa: a questo punto della tua carriera ti senti più ballerino o più insegnante?
Assolutamente ballerino! Presto partirò in tournée. Nelle scuole ci sono insegnanti che, come direttore artistico, scelgo per le loro competenze e valori, ma poi sono loro a trasmetterli alle nuove generazioni.
Segui tutti i consigli che ci hai dato finora? Sì, applico su di me le stesse cose. Il ballo è una passione che come tutti gli altri sport richiede forza di volontà. Il mio successo deriva soprattutto dalla rigida formazione dei primi anni, quando si acquisisce un bagaglio tecnico che ci si porterà dietro per sempre. Il carattere si fortifica nei primi anni e non cambia più.

Foto by Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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