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Categories: Interviste

Serena Capurso, nutrizionista: “Non c’è dieta senza fantasia”

La dottoressa Serena Capurso, biologo nutrizionista, si è avvicinata al campo dell’alimentazione durante la sua carriera sportivo-agonistica ed è proprio interfacciandosi con gli altri atleti che ha scelto di portare avanti questa sua specializzazione, personalizzandola negli anni. Così ha messo a punto un approccio non solo dietetico, ma soprattutto educativo e comportamentale che prevede un percorso di conoscenza alimentare in grado di portare la persona a un graduale miglioramento dello stile di vita e a una cultura del benessere che va oltre la sola dieta. Molto attiva sui social, quotidianamente propone a chi la segue due rubriche: Oggi cuciniamo e Il consiglio del giorno. Da dove è nata questa intuizione?
L’idea di fornire ricette sempre nuove è nata proprio perché spesso si associa alla parola “dieta” il pensiero di un pasto triste e scontato, e ci mortifichiamo con regimi alimentari estremi e monotoni che ci lasciano morire di fame e ci fanno diventare irritabili. Invece io credo fermamente che si possa seguire una dieta corretta per lungo tempo solo se si dà sfogo alla propria fantasia in cucina. Quindi il petto di pollo ai ferri può diventare un piatto di straccetti di pollo al curry o il pesce lesso si trasforma facilmente in pesce al forno in crosta di zucchine! Non è facile trasmettere questo concetto e quindi ho deciso di creare questa rubrica, che ormai scrivo da anni, affinché il messaggio costante, quasi quotidiano, possa incuriosire il lettore e scuotere un po’ lo chef che è dentro ognuno di noi.

Per quanto riguarda la secondo rubrica invece?
È relativamente recente e lo spunto l’ho preso proprio dalle domande che mi fanno i pazienti durante le consulenze: sono semplici consigli che si possono applicare facilmente nella vita quotidiana e aiutano a migliorare i piccoli errori nell’ottica di un percorso non puramente “dietetico”, ma anche in questo caso di rieducazione alimentare che mira a modificare le errate abitudini in favore di una alimentazione sana ed equilibrata.

Esistono diete universali, cioè valide per tutti?
No. Nonostante esistano delle linee guida che possono fare da file rouge per una sana e corretta alimentazione, siamo tutti diversi, ognuno con le sue necessità fisio-patologiche e con le sue abitudini di vita. Il rischio nel seguire una dieta presa da un giornale o da un’amica è quello di assumere troppe poche calorie rispetto al necessario o seguire un’alimentazione con uno squilibrato rapporto tra i nutrienti rispetto al proprio fabbisogno metabolico, con evidenti effetti negativi a lungo termine quali un calo del metabolismo o il recupero in tempi brevi dei chili persi. Quindi la dieta va sempre personalizzata e modellata da un professionista che sia in grado di valutare lo stato nutrizionale del singolo individuo per fare le scelte corrette e bilanciare il piano alimentare in modo ottimale.

Quanto è importante l’aspetto psicologico nel suo mestiere?
Perdere peso spesso non è un processo semplice ed immediato, ma, al contrario, è un cambiamento complesso che riguarda fattori fisici e mentali, basti pensare all’associazione stress-abbuffata, alla gratificazione legata all’assunzione di determinati alimenti o all’autostima che si può perdere con i chili di troppo. Il nutrizionista quindi deve essere attento anche all’aspetto emotivo, non solo quando si trova di fronte ad un soggetto con disturbi dell’alimentazione, ma sempre, perché deve essere capace a motivare la forza di volontà e la costanza di chi decide di intraprendere un percorso dietetico. La bravura di chi fa questo mestiere sta anche nel creare un rapporto quanto più empatico possibile per aiutare il paziente. Anche per questo nel mio studio ho deciso di “circondarmi” di psicologi con i quali collaboro quotidianamente.

La notizia che sta facendo il giro del mondo è quella che la Iarc ha dichiarato che le carni rosse lavorate possono essere cancerogene ed è scattato l’allarmismo. Può fare un po’ di chiarezza a riguardo?
Il rapporto dello Iarc conferma semplicemente le raccomandazioni che già conosciamo da anni secondo le quali andrebbe limitato il consumo di carni rosse e soprattutto di carni trasformate per ridurre il rischio di insorgenza di alcuni tipi di cancro. È bene specificare che non esiste una soglia oltre la quale ci sia la sicurezza di ammalarsi, né, purtroppo, la certezza che nonostante una dieta ideale ciò non avvenga. Il messaggio che deve arrivare non è allarmistico, ma semplicemente di moderazione: non è necessario eliminare del tutto questi alimenti, ma è bene porre la giusta attenzione alla quantità e alla qualità del cibo che acquistiamo.

Pensa che i numerosi programmi tv sul cibo che stanno spuntando negli ultimi anni possano essere un buon esempio o no?
Facendo un po’ di zapping alla tv, tra show, giochi, reality e talent ci si rende facilmente conto del forte legame che noi tutti abbiamo con la “tavola”. Ma questa non è una novità, ci sono sempre state trasmissioni sull’argomento, già dalla metà degli anni Cinquanta: la televisione funge in questo senso da veicolo di informazioni, per educare il telespettatore. Ben vengano questi programmi se riescono a valorizzare la cucina casalinga avvicinando un po’ il grande pubblico a preparazioni domestiche di buona qualità.

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