La scienza va avanti e trova modi nuovi per evitare rischi e malattie genetiche. I progressi delle tecniche di fecondazione hanno aiutato la nascita di un bambino perfettamente sano che ha una famiglia ‘particolare’: ha 2 mamme e un papà.
Il 6 aprile 2016 è una data da ricordare per una famiglia giordana ma anche per la scienza, poiché è nato il primo bambino che possiede il dna di ben 3 genitori. La notizia è stata divulgata solamente a settembre dal settimanale britannico New Scientist e segna una vera svolta nel campo della fecondazione assistita. Ad occuparsene è stata un’equipe di medici americani costretta ad operare in Messico (la pratica è ancora vietata negli Usa, mentre il via libera è già stato dato in Gran Bretagna).
Il dottor John Zhang insieme al suo entourage ha fecondato una cellula che possiede dna nucleare della mamma e dna mitocondriale di una donatrice con lo sperma del padre. In questo modo i genitori naturali del piccolo sono diventati 3 a tutti gli effetti. Il motivo di una tecnica così particolare risiede in una mutazione genetica posseduta dalla madre: la donna, che provava a portare a termine una gravidanza da ormai vent’anni, aveva già perso due bambini. In entrambi era stata rilevata una sindrome del sistema nervoso dovuta proprio alla mutazione dalle quale era affetta.
![Il primo bambino nato da 3 genitori: ha 2 mamme e un papà](https://www.velvetbody.it/wp-content/uploads/2016/09/Bambino-nato-da-3-genitori3.jpg)
L’inserimento del dna mitocondriale di una donatrice ha permesso una gravidanza serena e priva di intoppi, così il piccolo è nato e cresce sano nonostante la sua ‘famiglia allargata’. La coppia, che vive l’esperienza di questo figlio da ormai diversi mesi, è ovviamente entusiasta del risultato raggiunto e ha finalmente realizzato il sogno di allargare la famiglia. Abrahim Hassan, questo il nome del piccolo, deve ringraziare questa tecnica di fecondazione molto discussa in ambito etico e scientifico. Il ricorso ad essa ha impedito la trasmissione della sindrome di Leight, la quale colpisce il sistema nervoso proprio durante il suo sviluppo: tutti gli altri discorsi, per i diretti interessati, passano decisamente in secondo piano.
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