Molte persone non vedono l’ora di prendere una medicina per risolvere i problemi di salute, altri preferiscono i rimedi naturali. E se per regolarizzare la pressione bastasse lo yoga?
Gli habitué delle cure tradizionali faticano a credere che per risolvere i problemi di salute si possano adottare delle soluzioni diverse dai classici medicinali. Eppure è proprio così: per guarire da alcuni disturbi cronici non serve recarsi in ospedale oppure in farmacia. Piuttosto, meglio dedicarsi ad attività fisiche che coinvolgano il corpo in maniera più profonda rispetto agli altri tipi di allenamento prettamente ‘muscolari’. Lo yoga (LEGGI ANCHE: YOGA IN CASA: COME IMPARARE LA PRATICA CON I TUTORIAL ON LINE) appartiene a pieno titolo a questa categoria e, sebbene all’inizio sia stata accolta da un innegabile scetticismo, col passare degli anni i suoi benefici a 360 gradi sono stati universalmente riconosciuti.
Uno studio indiano del Sir Gangaram Hospital di Delhi ha mostrato che lo yoga aiuta anche ad abbassare la pressione e ad evitare che insorgano patologie più serie. La pre-ipertensione, infatti, può far peggiorare lo stile di vita degli individui che sottovalutano il problema e non migliorano le proprie abitudini. L’allarme scatta quando la pressione sanguigna si rivela leggermente più elevata del normale, con valori compresi tra 120/80 e 139/89, come sottolineato dal professor Ashutosh Angrish, cardiologo e principale autore della ricerca.
Si è giunti a questa consapevolezza dopo aver diviso in due gruppi un campione statistico: al primo è stata prescritta una dieta per abbassare la pressione, al secondo la dieta è stata affiancata dalla pratica dello yoga in modo regolare per 3 mesi. Il secondo gruppo ha ottenuto risultati molto più evidenti del primo. La spiegazione risiede prima di tutto nei fattori di carattere psico-somatico: stress e preoccupazioni eccessive influiscono negativamente sulla pressione. A quanto pare, però, c’è di più: lo yoga potrebbe aiutare anche a diminuire l’attività simpatica, resettare i barorecettori e indurre effetti neuroumorali. Il mix di questi 3 effetti così difficili da pronunciare allontana di fatto il rischio dell’ipertensione.
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