Tonno infetto, più di 105 persone all’ospedale: lotti incriminati e marchi da tenere d’occhio

La Spagna ha lanciato l’allarme per il tonno avariato venduto in diversi Paesi, tra cui l’Italia: il rischio è quello di contrarre la sindrome sgombroide, un’intossicazione alimentare in piena regola.

Maggio 2017

In Spagna è scattato un vero e proprio allarme tonno, seguito dalla diffusione di una nota del Ministero della salute Aecosan (Agencia española de Consumo, Seguridad alimentaria y Nutrición) che ufficializzava la presenza di focolai di sindrome sgombroide in 105 persone, immediatamente ricoverati in ospedale. La causa era, appunto, una partita di tonno avariato distribuito dalla ditta Garciden. Ovviamente l’allarme è stato allargato a tutti i Paesi in cui il tonno potrebbe essere stato venduto e l’Italia rientra a pieno titolo nella faccenda. L’acquisto in effetti c’è stato e quel tonno fresco avariato potrebbe essere finito sulle tavole degli italiani nonostante i ritiri già predisposti.

I primi casi di intossicazione da tonno

Le autorità sanitarie italiane si sono mosse per tempo adottando l’unico provvedimento risolutivo: porre sotto sequestro le partite ricevute. Dalla Spagna, tuttavia, sono giunte delle notizie poco rassicuranti: il tonno potrebbe essere stato venduto lo stesso allo stato sfuso in quantità ridotte e in diversi formati, soprattutto nelle comuni pescherie che vendono il prodotto al consumatore finale. In corrispondenza di questi fatti, due fratelli trevigiani sui 40 anni sono finiti in ospedale per una sospetta intossicazione alimentare avvenuta dopo il consumo di pasta col tonno in un ristorante.

Sindrome sgombroide

Il tonno avariato causerebbe nei consumatori la sindrome sgombroide, un’intossicazione alimentare causata dalla cattiva conservazione dei prodotti ittici. La degradazione del tonno avrebbe prodotto istamina in quantità abbondanti, una sostanza altamente tossica. I sintomi della patologia si manifestano rapidamente e di solito consistono in un arrossamento della pelle, cefalea pulsante, crampi addominali, nausea, diarrea, tachicardia, edema glottide (con particolari bruciori alla bocca). Più raramente, si arriva all’ipertermia (colpo di calore) o alla perdita della vista, anch’essi nel giro dei primi 10-30 minuti dall’ingerimento e fino alle 2-3 ore successive. Va ancora peggio ai soggetti che soffrono di asma, i quali potrebbero avvertire problemi respiratori o spasmi. Inutile dire che occorre prestare particolare attenzione al tonno fresco proveniente dalla Spagna acquistato nei prossimi giorni.

Luglio 2017: allerta istamina

A distanza di mesi l’allarme non è affatto rientrato. Ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento è il tonno sottovuoto confezionato dalla Trivaris e per l’esattezza il lotto T154-17 con scadenza 01/11/2018 che riporta la dicitura “Filetto Tonno Pinne Gialle Qualità Extrataglio Misto”. Il Ministero della Salute ne ha predisposto il ritiro, affermando che in realtà i lotti coinvolti potrebbero essere più di uno. La causa è una presenza di isterina superiore a quella consentita per legge e le conseguenze potrebbero essere ancora intossicazioni alimentari e sindrome sgombroide. Cuocere il prodotto non risolverebbe il problema visto che l’istamina è resistente al calore. Non resta che prestare la massima allerta e continuare a monitorare la situazione.

Tonno avariato, 105 persone in ospedale: scatta l'allarme

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