Spermatozoi, è il crollo: la fertilità maschile scende del 60%

La fertilità degli uomini ha fatto registrare un crollo evidente: negli ultimi 40 anni il numero degli spermatozoi è sceso del 60 per cento. Le cause del problema e le conseguenze più gravi.

Si sa, per assicurare un’adeguata successione alla specie umana è necessario che uomini e donne siano fertili. Peccato che una meta-analisi portata avanti dall’Università ebraica di Gerusalemme ha delineato uno scenario ben diverso. La concentrazione degli spermatozoi negli uomini occidentali è diminuita di 50 punti percentuali negli ultimi 40 anni. Non va meglio alla conta totale degli spermatozoi, crollata quasi del 60 per cento. Numeri pesanti, esposti dalla rivista Human Reproduction Update, che devono far riflettere con urgenza.

I ricercatori hanno preso in esame 185 paper scientifici pubblicati tra il 1973 ed il 2011, tutti relativi a uomini residenti in paesi occidentali considerati ricchi quali l’Europa, l’America del Nord, l’Australia e la Nuova Zelanda. Il calo sopra indicato è stato registrato nel corso dei 38 anni considerati dallo studio: se nel 1973 la concentrazione media degli spermatozoi era pari a 99 milioni per millimetro, nel 2011 è crollata a 47 milioni. In altre parole, si è dimezzata. Il declino non si è mai fermato nel corso dei quattro decenni analizzati e non mancano altri studi pronti a dimostrare il medesimo fenomeno. Se il calo dovesse continuare con la stessa velocità, paradossalmente l’uomo potrebbe estinguersi. Ad affermarlo è l’epidemiologo Hagai Levine, principale autore del paper.

Lo scienziato non ha nascosto la propria preoccupazione e la sua considerazione provocatoria ha aperto un dibattito su un tema scottante come fertilità e riproduzione. I dati italiani purtroppo confermano la difficoltà visto che si contano ben 250 mila coppie non fertili. Nella maggior parte dei casi si tratta di un problema maschile, ma come mai questo problema riguarda soprattutto l’Occidente? Levine ha provato a dare una risposta chiamando in causa degli “interferenti endocrini” che hanno un nome e un cognome: sostanze chimiche quali i pesticidi, abitudini non salutari come il fumo, fattori ambientali come l’inquinamento e stili di vita errati quali obesità, stress e malattie sessualmente trasmesse. L’Occidente è avvisato, prendere provvedimenti è più che mai auspicabile.

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