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Lotus birth durante il parto: cos’è, perché preoccupa i medici

Un parto naturale può rappresentare una scelta di vita condivisibile, eppure alcuni eccessi potrebbero rivelarsi pericolosi: la nuova tendenza del lotus birth sta prendendo piede ma preoccupa notevolmente i medici.

Si chiama Lotus birth – o nascita Lotus – e secondo i suoi seguaci è il modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. Esiste addirittura una community on-line dedita a questa procedura per far nascere i bambini. La tendenza, sempre più diffusa, consiste nel rifiutarsi di tagliare il cordone ombelicale al figlio, in attesa che questo si stacchi da solo. La motivazione è di carattere etico-naturale: i sostenitori del Lotus birth ritengono che il cordone debba rimanere al suo posto finché mamma e figlio non decidono che è arrivato il momento giusto per separarsi. In altre parole, il neonato si separa dalla placenta solamente quando si sente realmente pronto.

Rimanere più a lungo a contatto con la placenta consentirebbe al nascituro di ricevere una quantità maggiore di sangue placentare, particolarmente ricco di sostanze nutritive. Inoltre, il bambino potrà separarsi dal corpo della madre che lo ha ospitato per 9 lunghi mesi in modo più dolce e graduale, completando così quel complesso cammino che lo porta all’autonomia. Peccato però che questa tendenza non si basi su alcuna evidenza scientifica. Non è chiaro il numero di seguaci che abbiano già aderito alla teoria del Lotus birth, eppure è finita sui giornali la storia di una donna di Udine che si è rifiutata di far tagliare il cordone ombelicale al figlio finché l’intervento delle autorità non l’ha reso obbligatorio.

I medici, già preoccupati per questa nuova tendenza, nel caso di Udine si sono dovuti appellare alla Procura per capire come procedere. La salute del bambino, infatti era a rischio: nella placenta possono svilupparsi infezioni che di conseguenza si diffonderebbero al piccolo. Il Collegio Reale degli ostetrici e ginecologi di Londra ha espresso il proprio rifiuto per il Lotus birth spiegando che “la placenta è particolarmente a rischio di infezione quando contiene del sangue. Nella fase di post-parto essa non ha circolazione ed è essenzialmente tessuto morto”. La fondatrice della Lotus birth, con ogni probabilità, è l’infermiera californiana Claire Lotus Day che nel 1974 adottò la pratica poiché convinta di avere il dono di vedere l’aura delle persone. Da allora la teoria si è diffusa ma la comunità scientifica internazionale si augura che ogni focolare possa essere spento al più presto.

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