Gli alimenti italiani sono sempre più compromessi dai pesticidi: un’indagine appena realizzata ha rivelato come stanno davvero le cose e quali conseguenze ci sono per il corpo.
Il problema dei pesticidi negli alimenti è stato sollevato più volte nel corso del tempo senza mai essere preso troppo sul serio. Al contrario, la tendenza è quella minimizzare. Errore gravissimo, visto che il rischio per la salute dei cittadini è assolutamente tangibile. La campagna #ipesticididentrodinoi portata avanti da Federbio, Wwf, Legambiente, LIPU e ISDE-Associazione Medici per l’Ambiente è partita da un controllo sulle urine di una famiglia tipo composta da padre, madre e due figli. Dopo averle fatte analizzare in Germania è emerso ciò che in effetti già si sospettava: i valori relativi ai pesticidi erano alti.
In particolare, le analisi hanno rivelato la presenza di glifosato (in concentrazioni addirittura doppie rispetto alla media, con un eloquente +116%), di clorpirifos (un insetticida che si trova nei campi), di piretroidi nonché di metaboliti Cl2CA e m-PBA. Insomma, uno scenario da percepire come allarmante e che diventa una vera fonte di preoccupazione quando si indagano gli effetti collaterali. Il clorpirifos provoca danni al sistema nervoso e nei bambini ha effetti negativi sulla capacità di apprendimento e di attenzione. Ma non finisce qui: il glifosato è cancerogeno, genotossico, in più fa male ai reni, al sistema endocrino e altera negativamente la flora batterica.
Lo studio si è concluso con una “prova pratica”: far seguire alla famiglia presa a campione 15 giorni di dieta bio. I risultati non sono ancora arrivati ma c’è molta curiosità per capire effettivamente cosa accade al corpo quando non si assumono alimenti con pesticidi anche solo per un arco temporale così breve. Maria Grazia Mammuccini, dell’Ufficio di presidenza di Federbio, ha commentato così i dati divulgati da Legambiente: “Misuriamo i pesticidi dappertutto: nell’acqua, nel suolo, nei cibi, ma non i nostri livelli di esposizione e contaminazione, su oltre un terzo prodotti che arrivano sulle nostre tavole ci sono residui di pesticidi”. Il punto è proprio questo: uno stile di vita sano può non rivelarsi sufficiente ad evitare queste sostanze.
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