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Carlotta muore a 9 anni: era stata colpita da un raro virus intestinale

Addio a Carlotta Trevisan, la bambina di 9 anni colpita da una rara infezione: il batterio l’ha portata alla morte in soli 5 mesi.

Carlotta Trevisan si era ammalata alla fine di luglio 2017. Se in principio sembrava una gastroenterite particolarmente forte, in un secondo tempo emerse una verità molto più spaventosa: alla piccola fu diagnosticata la sindrome emolitico-uremica, una malattia rara e acuta che rappresenta la prima causa di insufficienza renale nei bambini. La patologia era determinata da un batterio capace di provocare danni renali e cerebrali, così Carlotta fu trasferita immediatamente presso la terapia intensiva pediatrica di Padova. Il fatto che fossero stati persi dei giorni (i medici, pensando di avere a che fare con una banale dissenteria, l’avevano fatta tornare a casa consigliandole solo riposo e idratazione) non ha influito in nessun modo sul decorso della malattia: purtroppo per Carlotta serviva solamente un miracolo.

Ma come si era fatto strada il virus nel corpo della bambina? Carne cucinata male, latticini non pastorizzati, contatto con animali infetti: queste le ipotesi più accreditate. Nessuna cura sembrava sortire effetti positivi, tant’è che la bambina fu attaccata ad una macchina in attesa, appunto, di un miracolo. Il papà aveva affidato a Facebook una commovente dedica: “Dicono che dietro a questi occhi non ci sia più niente. Ogni ricordo, ogni azione, dimenticati in te ma dannatamente presenti in me. Tu continua se puoi, che papà sarà sempre fiero di avere una figlia come te”, aveva scritto.

Purtroppo dopo 5 mesi di calvario Carlotta si è spenta a soli 9 anni. Amici e familiari avevano pregato per lei ma purtroppo il suo destino era segnato. La mamma ha scritto che “quello che il bruco chiama fine del mondo, per tutti gli altri è una fantastica farfalla”. Poi i genitori hanno chiesto il silenzio, anche perché la bambina è sempre stata tenuta in isolamento e i medici hanno la certezza che non si sia sviluppato alcun focolaio dal quel terribile virus.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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