Alessandro Gesuita, hairstylist di Bella più di prima: “Un trauma segna anche la bellezza”

“Bella più di prima” è il docu-reality incentrato sulla vita di alcune donne che la vita ha messo a dura prova: dopo lutti, malattie e segni indelebili lasciati sulla pelle, le protagoniste desiderano migliorare la propria bellezza e tornare a sorridere. Giunto ormai all’edizione numero 5, il programma vede l’intervento di alcuni esperti tra cui l’odontoiatra Raffaella Desiati, il chirurgo plastico Giovanni Palitta, il medico estetico Dario Tartaglini, la psicoterapeuta Daniela Spadaccino e l’hairstylist Alessandro Gesuita. Proprio lui, tra le new entry di questa edizione, ha risposto alle domande di VelvetBody:

Il team di esperti comprende professionisti impegnati in aree molto diverse della salute, della bellezza e del benessere: com’è stato lavorare in sinergia con realtà così differenti?
È stato molto bello perché il risultato finale è frutto di ogni singolo passaggio. Presi singolarmente possono essere semplicemente un’acconciatura, del botulino e così via. Il risultato ottimale invece si raggiunge con il gioco di squadra e mi è piaciuto molto lavorare in questo modo.

Come ti sei approcciato alle protagoniste delle varie puntate? Non dev’essere stato semplice metterle a proprio agio, avvicinarsi in qualche modo ad una sofferenza così grande…
Il lavoro di squadra è stato d’aiuto. L’approccio più importante è stato a livello psicologico: bisognava capire l’intera storia, cos’avevano passato quelle donne, la sequenza della loro vita… Il trauma segna anche a livello estetico e compromette la bellezza. Per Anna, ad esempio, è stato difficile togliere i capelli dal viso. Ho constatato che prima era necessario capire chi si aveva di fronte e dove si poteva arrivare. In altre parole, bisognava conoscere il fattore psicologico prima ancora di quello estetico.

C’è una che storia ti è restata particolarmente impressa?
Quella di Anna è stata dura, molto particolare. Dopo la morte del figlio ha vissuto la separazione dal compagno e alcune relazioni sbagliate. È stato impegnativo, la sua vita e tutto quello che c’era intorno mi hanno segnato. Molto forte anche la storia di Monica, colpita da un tumore.

A livello professionale, quale sfida ti ha messo davvero più in difficoltà?
A livello tecnico non mi sono trovato di fronte a grandi lavori da fare. Si è trattato più che altro di accorgimenti, non di stravolgimenti. È stato ben più complesso a livello psicologico: cercare di portare le protagoniste delle varie storie al cambiamento è stato difficile. Proprio per questo motivo ho optato per interventi più blandi, molte non erano propense ad un cambiamento radicale. In quel caso è meglio non esagerare perché cambiare troppo rischia di non avere un effetto positivo, anzi ottieni l’effetto contrario. Potrebbero non accettarsi, non riconoscersi, non piacersi.

C’è stata qualche donna che non si è dimostrata pienamente soddisfatta del risultato ottenuto?
Davanti a me no, poi chissà cos’hanno detto a casa! Devo ammettere che con me sono state tutte molto gentili e si sonodimostrate felici del risultato finale.

Di solito si trova di fronte a persone che riconoscono il ruolo dell’hair look per il loro benessere o sono di più quelli che lo considerano una vanità, un vezzo, qualcosa ‘in più’?
Non credo che i capelli in sé possano migliorare il benessere delle persone, però si tratta di un contorno che può fare la differenza. Le donne si trovano di fronte ad un cambiamento continuo: capelli bianchi, piega, cambio di colore. Non si tratta di benessere a 360 gradi, ma è quel pezzetto che chiude il cerchio. Può essere un grande aiuto perché ci si prende cura di se stesse ma io preferisco sempre rimanere con i piedi per terra: non salviamo vite, non operiamo a cuore aperto ma abbelliamo le donne è questo è comunque fondamentale.

Alessandro Gesuita, hairstylist di Bella più di prima: "Un trauma segna anche la bellezza"

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Photo credits ‘Bella più di prima’