Sindrome del piatto vuoto: perché fa ingrassare durante le feste

La sindrome del piatto vuoto potrebbe sembrare una malattia immaginaria oppure un semplice gioco di parole. Eppure, è un problema vero e proprio che può causare l’aumento di peso soprattutto durante le festività. Per capire di che si tratta basta immedesimarsi in una situazione tipo, nella quale si sarà trovato chiunque almeno una volta nella vita: su un vassoio c’è ultimo pasticcino così, anche se si è pieni, si tenderà a mangiarlo perché “sarebbe un peccato buttarlo”. In altre parole, si innesca un meccanismo mentale che spinge a mangiare un determinato alimento solamente perché è rimasto nel piatto. Nemmeno a dirlo, il ragionamento funziona molto di più con i cibi ricchi di calorie che non con gli alimenti light. Certamente quelli che contengono zuccheri e grassi fanno più gola. Uno studio condotto dai ricercatori americani dalla Hofstra University di New York spinge a non sottovalutare affatto questa sindrome: sarebbero proprio queste porzioni extra a causare un aumento di peso (utile il consiglio degli esperti in vista delle abbuffate).

Conseguenze della sindrome del piatto vuoto

I ricercatori hanno realizzato una serie di esperimenti per indagare più a fondo sulla sindrome del piatto vuoto. Il risultato è stato chiaro: una porzione di cibo lasciata sola soletta sul piatto esercita un’attrazione persino maggiore rispetto ad altri alimenti golosi quali ad esempio pizza, dolci, biscotti o cioccolato. Le persone infatti sono portate a credere che l’ultimo boccone non faccia male e non aggiunga altre calorie, ma in realtà è l’esatto contrario. Presi dal desiderio di finire tutto ciò che si trova a tavola, ci si racconta delle bugie e si cerca di ingannare persino se stessi. Ma come evitare di cadere in tentazione? La dott.ssa Lona Sandon dello University of Texas Southwestern Medical Center ha proposto un metodo che in realtà non convince più di tanto: mangiare cibi con meno grassi, visto che raramente ci si lascia tentare da porzione extra di verdure o legumi. Fuggire il problema non rappresenta però l’approccio più giusto. Va meglio con quanto suggerito invece dalla dott.ssa Connie Diekman della Washington University: si potrebbe cercare di mangiare più lentamente, così da aumentare il senso di sazietà. Chi mangia velocemente tende a perdere troppo in fretta questa sensazione, a scapito della propria silhouette.

Dire “no” alle abbuffate

Durante uno studio citato dal magazione Time, alcuni scienziati hanno scoperto che la maggior parte delle persone ingrassa di circa un chilo da novembre a gennaio. Potrebbe non sembrare molto, e certamente è meno di quanto si teme, ma è difficile liberarsi di quel chilo in più. Nello stesso studio è stato dimostrato che la tendenza è a non perdere più, entro l’inverno successivo, quel peso accumulato. Anzi, è molto è probabile che quel chilo si andrà a sommare ad altri derivanti da altre grandi mangiate occasionali quali feste di compleanno, cene con gli amici, anniversari e chi più ne ha più ne metta. Il tutto in una spirale decisamente deleteria per la propria salute e per l’eterna lotta con la bilancia.

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