Infarto: a Natale c’è il picco. A che ora e perché succede

L’infarto può portare alla morte e, anche quando ciò non accade, causa non pochi problemi alla salute del povero malcapitato. Ovviamente ci sono dei fattori scatenanti che alla fine portano all’esplosione e, quindi, all’attacco di cuore. Gli esperti tuttavia hanno notato un particolare davvero curioso: a Natale si verifica un vero e proprio picco. A mettere i puntini sulle i è stato uno studio condotto dall’Università di Lund, in Svezia, prontamente pubblicato sulla rivista scientifica The British Medical Journal. Anche in questo caso i motivi sono molteplici. Tra di essi, fenomeni sociali quali festività, grandi eventi sportivi e ritmi circadiani (che regolano cioè la temperatura, la secrezione ormonale, il ciclo sonno-veglia, etc). I ricercatori sono stati in grado di capire anche il giorno e l’ora esatti nei quali si verificano più infatti rispetto a tutto il resto dell’anno. Si parla del 24 dicembre alle ore 22, in piena vigilia. Tale dato è emerso da un’indagine statistica condotta su circa 300mila infarti del miocardio diagnosticati tra il 1998 e il 2013.

La ricerca

Dall’analisi statistica dei dati è emerso che le festività natalizie e le vacanze estive risultano essere i momenti dell’anno peggiori sotto il profilo degli attacchi di cuore. Numeri alla mano, durante la vigilia di Natale si registra un incremento del rischio pari al 37 percento, con il picco che arriva puntuale intorno alle 22. Va un po’ meglio a Capodanno: in quel caso si rischi il 1° gennaio e non durante la notte di San Silvestro. A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai si verifica questo picco? Eppure le vacanze di Natale dovrebbero essere un momento di particolare relax, durante le quali concedersi qualche sfizio culinario in più ma anche maggior riposo fisico e mentale. Prima di rispondere al quesito va sottolineato un aspetto della ricerca: si tratta di uno studio di associazione, privo quindi di rapporti di causa-effetto.

Le statistiche

In ogni caso le statistiche evidenziano la presenza di alcuni fattori scatenanti da non sottovalutare. Prima di tutto vanno citate la abbuffate di cibo e alcolici. Vanno poi annoverati anche alcuni sentimenti (ansia, tristezza, stress e sofferenza) comuni in questa parte dell’anno nonché le conseguenze negative dell’incontro con amici e parenti: discussioni, litigi e disapprovazione in generale mettono a dura prova il cuore. Stesso effetto, purtroppo, per gli anziani che hanno perduto delle persone care, soffrono, si sentono soli e provano malinconia. Il consiglio per evitare di ‘rimanerci secchi’ è semplice a dirsi e difficile a farsi. Basterebbe infatti approcciarsi alla cosa in maniera più distaccata, sotterrare l’ascia di guerra e ovviamente anche moderarsi a tavola. Pur di evitare un attacco di cuore si fa questo ed altro, possiamo dire.

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