
Farmaci anti-obesità: sfatati i miti sui pensieri suicidi
Negli ultimi anni, i farmaci anti-obesità, in particolare quelli della classe degli agonisti del glucagon-like peptide-1 (GLP-1), hanno suscitato un crescente interesse nella comunità scientifica. Tra i più noti vi sono la semaglutide, la liraglutide e il dulaglutide, inizialmente utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 e dell’obesità. Recenti studi hanno iniziato a evidenziare non solo la loro efficacia nel perdere peso, ma anche potenziali applicazioni in ambito psichiatrico. Questo tema è stato al centro del XXVI congresso nazionale della Società di Neuro Psico Farmacologia (SINPF), che si tiene a Milano dal 22 al 24 gennaio 2024, dove esperti del settore hanno analizzato le evidenze scientifiche in merito.
I farmaci GLP-1 e il rischio di pensieri suicidi
Uno degli aspetti più controversi riguarda il presunto legame tra l’assunzione di questi farmaci e l’insorgenza di pensieri suicidi. In passato, vi erano preoccupazioni sui possibili effetti collaterali, ma le ultime ricerche hanno chiarito che non solo non esiste un nesso di causalità tra i farmaci GLP-1 e i pensieri suicidi, ma al contrario, in alcuni casi, potrebbero ridurre il rischio in pazienti vulnerabili. Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha sottolineato che uno studio pubblicato su Nature Medicine dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) ha dimostrato che:
- Le persone che assumono semaglutide, senza una storia pregressa di ideazione suicidaria, hanno fino a quattro volte meno probabilità di avere tali pensieri.
- I pazienti con una storia di ideazione suicidaria che utilizzano questo farmaco mostrano un rischio dimezzato.
Questi risultati portano a una rivalutazione dell’uso di questi composti nella terapia di pazienti con problematiche psichiatriche.
Disturbi dell’alimentazione e farmaci GLP-1
I disturbi dell’alimentazione rappresentano un altro campo in cui i GLP-1 potrebbero rivelarsi utili. Matteo Balestrieri, già Ordinario di Psichiatria all’Università di Udine, ha evidenziato che le ricerche attualmente in corso stanno valutando l’uso di questi farmaci nel trattamento del Binge Eating Disorder, caratterizzato da episodi di abbuffate incontrollate. I risultati preliminari indicano che i GLP-1 possono influenzare le vie di segnalazione della sazietà, contribuendo a:
- Ridurre la frequenza delle abbuffate.
- Migliorare il controllo del peso.
Tuttavia, Balestrieri avverte che è necessaria ulteriore ricerca clinica di alta qualità per confermare l’efficacia di questo approccio.
Salute mentale e farmaci GLP-1
Un altro aspetto interessante riguarda la relazione tra i farmaci GLP-1 e la salute mentale, in particolare per quanto riguarda ansia e depressione. Uno studio condotto da Epic Research ha rivelato che:
- I pazienti non diabetici che assumevano semaglutide presentavano una riduzione del 37% nella probabilità di ricevere una diagnosi di depressione.
- Nei pazienti diabetici, il rischio di depressione si riduceva addirittura del 45%.
- I pazienti diabetici in trattamento con tirzepatide, un altro farmaco della stessa classe, avevano un rischio di ansia ridotto del 60%.
Tuttavia, gli esperti avvertono che non esiste ancora una chiara relazione causale tra l’uso di questi farmaci e la riduzione dei sintomi ansiosi e depressivi.
In sintesi, i farmaci GLP-1 non solo si stanno dimostrando efficaci nel trattamento dell’obesità e del diabete, ma presentano anche spunti promettenti per affrontare diverse patologie neuropsichiatriche. Con l’avanzamento delle ricerche, la comunità scientifica è chiamata a esplorare ulteriormente queste potenzialità, con l’obiettivo di migliorare la vita di milioni di pazienti.