
La craniostenosi: la sfida che ha affrontato il figlio di Guenda Goria a soli 3 mesi - ©ANSA Photo
Guenda Goria, figlia del noto giornalista Amedeo Goria e della conduttrice Maria Teresa Ruta, ha recentemente condiviso la sua esperienza personale riguardo alla salute del suo bambino, Noah, affetto da craniostenosi. In un’emozionante intervista alla trasmissione televisiva “Verissimo”, Guenda ha parlato del difficile percorso che ha affrontato dalla diagnosi all’intervento chirurgico, esprimendo la sua speranza per un futuro luminoso per il piccolo, che “un giorno andrà fiero” delle cicatrici riportate dopo l’operazione.
Che cos’è la craniostenosi?
La craniostenosi è una malformazione congenita caratterizzata dalla prematura saldatura di una o più suture craniche. Queste suture sono le linee di confine tra le ossa del cranio e, durante la vita embrionale e nei primi mesi di vita, sono costituite da tessuto fibroso ed elastico. Questa elasticità è fondamentale per consentire al cervello di svilupparsi adeguatamente. Quando le suture si ossificano troppo presto, si verifica un’anomalia nello sviluppo del cranio, compromettendo anche lo sviluppo del cervello.
Le malformazioni craniche, tra cui la craniostenosi, sono relativamente rare e possono presentarsi con anomalie visibili della conformazione cranica o craniofacciale. Queste anomalie possono comportare una serie di problemi neurologici, oftalmologici, respiratori e morfologici, che richiedono spesso un intervento chirurgico per la correzione. È importante sottolineare che la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per garantire un esito positivo.
L’importanza della diagnosi precoce
Nel caso di Noah, la gravidanza e il parto si sono svolti senza complicazioni. Guenda ha dichiarato che alla nascita il bambino pesava quattro chili e, nonostante fosse stato notato un leggero appiattimento della fronte, i medici avevano rassicurato i genitori che si trattava di una condizione che si sarebbe risolta nel tempo. Tuttavia, a tre mesi dalla nascita, i medici hanno confermato una diagnosi di craniostenosi.
La diagnosi di craniostenosi viene generalmente fatta attraverso esami clinici e, in alcuni casi, esami strumentali come ecografie o risonanze magnetiche. Nel caso di Noah, i genitori hanno appreso con grande preoccupazione che:
- Il problema non solo era aggravato,
- Ma la testolina del bambino era completamente chiusa, compromettendo lo spazio necessario per lo sviluppo del cervello.
La situazione ha richiesto un intervento d’urgenza, generando un mix di ansia e speranza nei genitori.
L’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico per la craniostenosi è un processo complesso ma essenziale. Guenda ha descritto l’operazione, spiegando che i chirurghi hanno dovuto estrarre il cranio di Noah, lavorarlo su un tavolo operatorio e poi reinserirlo. Questo tipo di chirurgia, noto come cranio-plastica, è progettato per riaprire le suture craniche e permettere al cervello di espandersi correttamente.
L’intervento chirurgico è l’unica soluzione per la craniostenosi e, se effettuato in età appropriata, di solito produce risultati molto positivi. I medici raccomandano che l’operazione avvenga idealmente tra il quarto e il dodicesimo mese di vita, poiché il cervello è ancora in fase di rapido sviluppo e la plasticità cranica è maggiore. Questo è un fattore cruciale per garantire che il bambino possa recuperare e svilupparsi normalmente.
Prevenzione e monitoraggio
La craniostenosi, essendo una malformazione congenita, non può essere prevenuta in senso stretto. Tuttavia, è fondamentale che i genitori siano consapevoli dei segni di avvertimento e delle anomalie nello sviluppo del cranio dei loro bambini. Monitorare attentamente la crescita del cranio e consultare un pediatra in caso di preoccupazioni è essenziale per una diagnosi tempestiva.
È importante anche che le future mamme seguano una gravidanza sana, prestando attenzione a fattori come:
- La nutrizione,
- L’assunzione di acido folico,
- L’evitare sostanze nocive.
Un corretto monitoraggio durante la gravidanza può contribuire a ridurre il rischio di complicazioni e malformazioni.
L’esperienza di Guenda Goria e della sua famiglia è rappresentativa delle sfide che molti genitori affrontano quando si trovano a dover gestire condizioni mediche complesse nei loro figli. La craniostenosi, come molte altre malformazioni congenite, può portare con sé un carico emotivo significativo. La paura per la salute del proprio bambino, l’ansia per gli interventi chirurgici e la preoccupazione per il futuro possono essere schiaccianti. Tuttavia, la testimonianza di Guenda sottolinea anche la resilienza e la forza che molte famiglie dimostrano nelle avversità, trovando conforto e speranza nel percorso di guarigione.