I danni della chirurgia plastica, quando il ritocco è un’ossessione

È con buon senso e misura che si dovrebbe decidere di affrontare un intervento di chirurgia plastica o un trattamento estetico. Perché se l’obiettivo è quello di migliorare l’autostima e il senso di gratificazione, sempre più spesso si assiste a veri e propri abusi, che nulla hanno a che vedere con la bellezza e l’armonia.

Viviamo nella società dell’apparenza, ormai questo è un dato di fatto, ma siamo davvero sicuri che il fascino e l’affermazione di sé passino per forza attraverso i bisturi? A ricordare che la bellezza non vuol dire diventare inespressive copie di Barbie, un’immagine d’altri tempi postata su Twitter da Rosita Celentano e così commentata: “Quando le donne erano femminili, eleganti nel portamento, invecchiavano con dignità, senza deturparsi il corpo”.

Eppure, al giorno d’oggi, sembra che le donne non riescano più ad accettarsi. E piuttosto che affrontare con serenità ed eleganza i segni del tempo, dando spazio alla loro naturale e avvolgente bellezza, preferiscano rivoluzionare ed esasperare completamente il loro aspetto, finendo per omologarsi e sfoggiare tutto tranne che “naturali” ritocchini.

Qualche giorno fa ha fatto il giro del mondo l’immagine e la dichiarazione di Jackie Stallone, 91 anni e madre del celebre attore Sylvester, la quale alla rivista Reveal Magazine ha detto: “Ho esagerato. La mia bocca sembra piena di noci, mi sento uno scoiattolo”. La donna si è pentita e ha condannato l’eccessivo utilizzo della chirurgia estetica che l’ha completamente trasformata.

Ma Jackie Stallone non è la sola ad aver fatto marcia indietro. Ormai quasi un anno fa la modella croata Nina Moric, ospite degli studi di Verissimo, ha confessato: “Avevo a fianco uomini che mi rendevano insicura. E il bisogno di mettere sempre qualcosa in faccia, perché non mi sentivo mai a posto. La chirurgia estetica mi ha rovinata. Un medico mi sta togliendo il silicone alle labbra, e tutto il resto. Ormai sembravo un vecchio trans”.

Un’altra pentita è la nostra Alba Parietti che, tempo fa, intervistata dal settimanale Grazia ha detto: “Tornassi indietro non mortificherei il mio corpo con la chirurgia estetica. L’ho fatto per insicurezza. E per amore. Non mi sentivo mai abbastanza bella”. E a quanto pare non è la sola, anche Simona Ventura e Anna Falchi tornando indietro non lo rifarebbero.

Insomma, sembrano essere tante le pentite del “ritocco compulsivo”, ma altrettante sono le donne che sembrano aver sviluppato un senso di dipendenza nei confronti della chirurgia estetica e del “ritocchino”, senza accorgersi delle spaventose, in molti casi, trasformazioni in atto. Ne sono un esempio le attrici d’oltreoceano Meg Ryan, Melanie Griffith, Jessica Lange, Nicole Kidman: donne bellissime che hanno decisamente abusato della chirurgia per ottenere un risultato finale non certo migliore rispetto a quello iniziale. O la stella della musica e del cinema Cher e l’ex premiere dame e top model Carla Bruni.

Sembra quasi che accostandosi alla chirurgia estetica non si possa far altro che esagerare, oltrepassare ogni limite. Eppure è indiscutibile il fatto che un volto naturale sia molto più affascinante e racconti molto più di quanto lo possa fare un volto artefatto, plastificato. Beninteso, non si vuole condannare la chirurgia estetica, che ha i suoi pregi, spesso aiuta veramente a migliorare il proprio aspetto e ad aumentare l’autostima, ma il buon senso e la misura di cui si è parlato all’inizio non devono mai venire meno. Perché non è come cantavano gli Aqua a fine Anni ’90, la vita di plastica non è fantastica.

Foto by Kikapress.com: Jackie Stallone

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