Pillola anticoncezionale di ultima generazione: meno emicrania

Soffrite di emicrania? Allora sarebbe meglio scegliere una pillola anticoncezionale di ultima generazione senza estrogeni, solo a base di progestinico. “Per le donne che soffrono di emicrania, prendere la pillola anticoncezionale significa, nella maggior parte dei casi, avere un peggioramento del mal di testa. E il potenziale rischio di ictus in giovane età associato all’emicrania è incrementato dalla presenza di altri fattori di rischio come il fumo di sigaretta e l’uso della pillola estroprogestinica, o la combinazione di entrambi”, spiega Giuseppe Nappi, direttore scientifico dell’Istituto neurologico Casimiro Mondino di Pavia.

In passato, chi cominciava ad assumere la pillola anticoncezionale riscontrava ritenzione idrica, cefalea, calo della libido e soprattutto un’esposizione maggiore al rischio di trombosi. Si tratta di controindicazioni che negli anni sono state dimezzate con la composizione delle nuove pillole contraccettive a base di drosperinone (DRSP), un ormone progestinico, e che contengono una concentrazione di estrogeni corrispondente a 20 mg, contro i 60 circa che contenevano le pillole degli anni Settanta.

Le ultime ricerche in materia dimostrano che sono soprattutto gli estrogeni a giocare un ruolo chiave nell’emicrania. Un primo studio ha riscontrato – solo nelle donne in cui l’emicrania era insorta per la prima volta durante l’assunzione della pillola – una significativa riduzione della durata degli attacchi di emicrania e dei sintomi già dopo tre mesi di osservazione. Effetti rilevati anche da un secondo studio, che ha documentato un miglioramento nel grado di dolore e nell’uso di farmaci antidolorifici e analgesici durante tre mesi.

”Ma le terapie solo progestiniche presentano molti altri benefici per la salute della donna, dal momento che sono in grado di attenuare i dolori mestruali, di ridurre l’incidenza di anemia, nonchè di migliorare la sindrome premestruale. Di contro, spesso si verifica uno scarso controllo del flusso mestruale, che può talvolta ridurre l’accettabilità del metodo da parte della donna”, ha concluso il dottor Nappi.

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