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FOMO, la dipendenza dai social network: chi ne soffre è insoddisfatto

Avete mai sentito parlare della FOMO? Si tratta dell’acronimo di Fear Of Missing Out, ovvero la paura di essere tagliati fuori. E a che cosa si riferisce nello specifico? In realtà viene considerata la malattia del nostro secolo in quanto colpisce chi è ossessionato dalle comunicazioni e in particolare dai social network. Il ricercatore Andrew Przybylski, dell’università di Oxford, ha studiato per primo questa malattia e ha scoperto che è più frequente nei giovani e nei maschi. Inoltre è più alta negli studenti che usano i social network anche a scuola e nelle persone distratte. A quanto pare chi ne soffre di più è insoddisfatto della propria vita. Il professore ha addirittura pubblicato in Rete un test per capire chi ne è affetto: se controlli i tuoi account nei primi quindici minuti dopo esserti svegliato, ma anche negli ultimi quindici prima di andare a dormire ne soffri. Stessa cosa se lo usi mentre mangi o anche quando sei in vacanza. E se la connessione non va? In questo caso l’ansia è il campanello d’allarme per far capire di essere FOMO.

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In realtà però non è tutta colpa delle nuove tecnologie: “L’essere umano è sempre stato dipendente dalle relazioni con gli altri – ha dichiarato Giovanni Boccia Artieri, professore di Sociologia dei New media e Intenet studies all’Università di Urbino, attraverso un’intervista a Donna ModernaLa differenza è che oggi usiamo tecnologie che ci consentono di collegarci in tempo reale. Insomma, la FOMO è sempre esistita, solo che adesso è più accentuata. Secondo gli ultimi studi pubblicati negli Stati Uniti, ogni persona controlla il telefono alla ricerca di messaggi circa centocinquanta volte al giorno, che corrisponde a ogni sei minuti. E allora cosa bisogna fare per difendersi? Cosa fare per non sentire quell’incontrollato bisogno di pubblicare continuamente foto e messaggi di tutto quello che stiamo vivendo? C’è una sola cosa da fare: staccare ogni tanto. In questo modo, piano piano, si riuscirà a guarire dalla dipendenza.

Foto by Facebook

Samantha Suriani

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Samantha Suriani

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