L’insonnia – la mancanza di sano sonno ristoratore – è un problema che accomuna due adulti su dieci in vari momenti della loro vita. Un quinto delle persone e circa la metà degli anziani hanno difficoltà ad addormentarsi ogni notte e addirittura il quindici percento della popolazione soffre di insonnia cronica, una malattia provocata da diversi fattori: squilibri fisici, età, disturbi emozionali e fattori ambientali. Quello che c’è da sapere però è che non si tratta solamente di un disturbo notturno, ma è una condizione che dura ventiquattro ore. Chi soffre appunto di quella cronica ha un cervello che resta sempre acceso. Però è anche molto più attivo, plastico e si adatta ai cambiamenti con maggiore facilità a differenza di chi invece riesce ad addormentarsi senza problemi.
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A rivelarlo è uno studio realizzato dall’Università Johns Hopkins e pubblicato sulla rivista Sleep: secondo la responsabile Rachel Salas l’insonnia è “come una luce sempre accesa”. E’ stata analizzata l’attività cerebrale di ventotto volontari, di cui diciotto con insonnia cronica. I ricercatori hanno scoperto che la corteccia motoria – ovvero la parte del cervello che è coinvolta nel controllo dei movimenti volontari – di quest’ultimi è più plastica e quindi più portata ai cambiamenti. Questo studio conferma così il fatto che gli insonni sono in costante sovraccarico nell’elaborazione di informazioni.
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Anche se ancora non è chiara l’origine dell’aumento di questa plasticità: potrebbe essere proprio questa maggiore attività neuronale a causare il disturbo e non il contrario (qualche tempo fa un altro studio ha scoperto che chi soffre di questa patologia ha difficoltà a concentrarsi e a portare a termine compiti che per una persona senza carenza di sonno risultano semplici). Se fosse davvero così, questa scoperta potrebbe suggerire nuovi trattamenti per risolvere il problema.
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