Acne e allergia alla polvere: i nemici che si nascondono nel vostro cuscino

Due patologie che affliggono molte persone, vale a dire l’acne e l’allergia alla polvere, potrebbero essere causate da un comune oggetto di uso quotidiano o, per meglio dire, notturno: il cuscino. Questo, infatti, può essere un ricettacolo di germi, acari ed altri microrganismi, non particolarmente graditi né alla pelle del viso che vi appoggiamo sopra né alle vie respiratorie durante il sonno delle persone predisposte all’asma e all’allergia.

Secondo gli esperti, il cuscino andrebbe cambiato ogni sei mesi. Robert Oexman, direttore dello Sleep to live Institute di Mebane e Mark Neustrom, immunologo del Kansas City Allergy and Asthma Associates, sono d’accordo nell’affermare che all’interno del guanciale su cui dormiamo, nonostante sia coperto da federe e copricuscini, tendono ad accumularsi acari, pelle morta, sebo, sporcizia e tutto ciò che durante la notte eliminiamo attraverso la respirazione e la sudorazione. I germi dunque trovano un terreno fertile per riprodursi e il passaggio dal cuscino alla pelle del viso è piuttosto immediato, mentre gli acari possono scatenare risposte allergiche.

Come accorgersi se è ora di cambiare il nostro cuscino? Semplice, basta far caso ai sintomi che abbiamo durante la notte e al mattino appena svegli. Se in questi due momenti abbiamo difficoltà a respirare, naso chiuso, raffreddore fino a veri e propri attacchi di asma e al tempo stesso ci accorgiamo che tutti questi sintomi tendono a scomparire nel corso della giornata, probabilmente è giunta l’ora – generalmente ciò accade dopo circa sei mesi di utilizzo, dicono i ricercatori – di comprare un nuovo guanciale per tornare a dormire sonni tranquilli.

Dunque, più del materiale di cui sono fatti, lattice o piume d’oca, sembra che le persone asmatiche e allergiche debbano preoccuparsi del tempo di utilizzo del proprio cuscino. Mentre per chi soffre di acne un’accurata pulizia del viso, prima di andare a dormire e subito al risveglio, potrebbe aiutare a combattere i sintomi o perlomeno a non aggravarli.

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