Annamaria Acquaviva: “I bambini obesi e le responsabilità dei genitori”

L’alimentazione per i bambini è un tema importante, soprattutto perché l’obesità infantile continua ad essere molto diffusa e va affrontata. Molto spesso invece i genitori non prendono seriamente l’aumento di peso dei loro bambini, pensando che sarà un disturbo passeggero. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Annamaria Acquaviva, dietista e farmacista.

Dottoressa, quanto è diffusa l’obesità infantile in Italia?
In Italia si registra uno dei più alti tassi dei paesi occidentali. Dalle stime, l’obesità presente nei primi dieci anni di vita espone il bambino a diventare un adulto obeso nel 75% dei casi. D’altra parte, la familiarità ha un ruolo importante: il 25% dei bambini sovrappeso o obesi ha un genitore con problemi di peso.

A quali patologie va incontro un bambino obeso?
Si possono registrare, già in età infantile, un aumento di malattie come ipertensione arteriosa e e diabete mellito di tipo 2, che storicamente esordivano in età adulta o senile.

Come influiscono i genitori sul sovrappeso dei bimbi?
Sicuramente bisogna riflettere sul ruolo dei genitori, o di chiunque si occupi del bambino, nell’abituare il proprio piccolo a mangiare sano ed equilibrato. Infatti, da piccoli apprendiamo abitudini che condizionano la nostra salute; nel tempo queste diventano consuetudini rassicuranti, che manterremo facilmente in età adulta. Ugualmente, anche la relazione col cibo e il comportamento alimentare si sviluppano da piccoli e tenderemo a conservarli.

Molto spesso i genitori non si preoccupano del sovrappeso dei figli.
Perché molto spesso succede che l’amore venga trasmesso attraverso il cibo: situazioni di malessere o sofferenza vengono compensate con dolci o alimenti consolatori, che possono portare ad una percezione alterata degli stimoli e a difficoltà nel valutare le proprie emozioni da parte nei nostri bimbi. Naturalmente, ogni madre e ogni padre desiderano fare del proprio meglio, ma a volte mancano le conoscenze, il tempo e gli strumenti adeguati. Infatti, i ritmi di lavoro spesso non permettono una presenza costante al fianco del proprio bambino e la stanchezza può tradursi in una difficoltà ad imporre regole a tavola, dove il cibo può diventare un’arma di ricatto.

Quindi quello che si mangia da piccoli influenza il nostro gusto da grandi?
Sì, assolutamente. le esperienze gustative nei primi anni di vita del bambino influenzano le preferenze, per esempio per il sapore dolce o salato, e tendono a condizionare le scelte alimentari nella vita adulta.

Lei ha scritto un ebook su questo argomento, ce ne vuole parlare?
Il desiderio di scrivere un e-book su questi argomenti nasce dalla mia esperienza, sia di dietista di piccoli pazienti che di mamma, che ha sperimentato sul campo le reali necessità e le titubanze che ogni madre incontra nel crescere il proprio figlio con una sana alimentazione. L’ebook si intitola “La giornata golosa e sana dei nostri bambini- Strategie e suggerimenti per mamme e papà”.

Di cosa parlanello specifico?
Tratto in modo schematico la giornata alimentare equilibrata del bambino: dalla colazione del mattino ad una cena che concili il riposo. Non mancano trucchi per avvicinare i piccoli al cibo, anche quelli più schizzinosi verso le verdure. E infine i “super poteri di mamme e papà”: consigli pratici su come organizzareun piano alimentare, la spesa e la lettura delle etichette nutrizionali.

Ma fino a che età si possono modificare le abitudini alimentari dei figli?
Non è mai tardi per ricreare le condizioni necessarie per la salute dei nostri figli, avendo presente che non esistono ricette educative garantite, perché, come afferma D.Stern: “non c’è una storia uguale a un’altra, perché non c’è un bambino uguale ad un altro, e ognuno fa i suoi speciali cambiamenti all’interno del nido d’amore che è la famiglia”.

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