Alzheimer: per la diagnosi basterà un esame del sangue

Diagnosticare l’Alzheimer con una semplice analisi del sangue? Presto sarà possibile. Questo è l’obiettivo, dopo anni di studi, di alcuni ricercatori dell’Università della California che hanno presentato il progetto sulla rivista Neurology. I biomarcatori ematici avrebbero il vantaggio di essere sicuri, convenienti e soprattutto meno invasivi rispetto alle tecniche utilizzate fino ad oggi per individuare la principale malattia neurodegenerativa. Si tratterebbe di un radicale cambiamento rispetto all’attuale situazione. Al momento non esiste infatti un test sicuro ed affidabile per riscontrare questa patologia e similari, nonostante soltanto negli Usa si stimi che circa 5 milioni di persone ne siano affette.

Ora i medici analizzano la presenza di placche beta-amiloidi compatibili con il morbo attraverso due modi: il prelievo di liquido cerebrospinale, oppure la Pat, pratica efficace e molto costosa, ma che espone il paziente ad alti livelli di radiazioni. Secondo i dati raccolti si suppone che la presenza nel sangue di specifiche proteine possa contribuire a riscontrare l’Alzheimer grazie a strumenti meno aggressivi, permettendo così di ostacolarne il decorso. Il prossimo passo, spiega Liana G. Apostolova, la prima autrice dello studio e direttrice dello studio di Neuroimaging presso il Mary S. Easton Center for alzheimer’s disease research della Ucla, sarà quello di inserire nuovi parametri collegati alla patologia per poter rendere l’esame fattibile e utilizzabile nel breve periodo su un largo numero di pazienti. Il metodo si trova quindi in fase di perfezionamento per essere introdotto prossimamente sul mercato.

I ricercatori statunitensi si conquistano così il primato in materia. A seguire lo stesso intento infatti è stato un gruppo di studiosi dell’Università di Washington, che ha messo a punto un nuovo test ematico con una capacità di predizione del 90% su un arco temporale di 3 anni.

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