Cotte o crude? Come cucinare le verdure per mantenersi in forma

Alla dieta dei cibi crudi è stata attribuita la capacità di far perdere perso senza grandi difficoltà e che, inoltre, mangiando cibi crudi si preservano gli enzimi vitali. Alcune verdure, però, come ha suggerito la dietologa Helen Bond al Daily Mail, andrebbero mangiate cotte perché possono fornirci più nutrimenti. I seguaci della dieta dei cibi crudi vantano livelli energetici più alti, un migliore aspetto della pelle, una digestione più sana e perdita di peso. Gli studi hanno dimostrato, inoltre, che le diete a base vegetale possono ridurre significativamente il rischio di una persona di sviluppare il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.

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La dottoressa Bond è assolutamente favorevole a una dieta che introduce molta frutta e verdura, ma sostiene che un tipo di alimentazione che si basa esclusivamente sul cibo crudo può essere molto restrittiva e non è sostenibile nel lungo periodo. Quindi, secondo la dietologa, sarebbe opportuno consumare alcuni cibi crudi ed altri cotti. Ad esempio, lei suggerisce di mangiare i pomodori dopo averli cotti perché il calore rilascia il licopene, il pigmento che dà ai pomodori il loro colore, ed è in grado di  offrire protezione contro alcuni tipi di tumore – in particolare il cancro alla prostata – e malattie cardiache.

I broccoli, invece, andrebbero mangiati crudi perché contengono il sulforano che non solo uccide le cellule precancerose e impedisce loro di moltiplicarsi, ma riduce anche il rischio di ulcere allo stomaco e cancro allo stomaco. Le carote andrebbero mangiate cotte, perché contengono livelli più alti di beta-carotene. Gli spinaci sarebbe meglio mangiarli crudi: sono ricchi di potassio, che aiuta a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo, contengono molta vitamine A e C vitali per il nostro sistema immunitario, ma anche calcio, magnesio e manganese. Infine i peperoni andrebbero mangiati crudi, perché contengono molta vitamina C che però si disperde con il calore.

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