Allergia al wifi: esiste davvero e dà diritto ad una pensione d’invalidità

Sembrerebbe una scusa per smettere di lavorare (e nemmeno tra le migliori in realtà!), eppure l’allergia al wifi è stata legalmente riconosciuta. È stato un tribunale francese a creare il precedente, accordando addirittura un’invalidità dell’85% e una pensione mensile di 800euro ad una donna che dopo aver accusato nausea, vertigini e irritazioni cutanee ha dovuto stravolgere la propria vita. Questi sintomi, attribuiti proprio al wifi, hanno infatti costretto la donna a trasferirsi in montagna, dove vive senza elettricità né acqua corrente.

La sentenza ha riconosciuto l’elettrosensibilità come causa di disabilità grave dovuta proprio all’esposizione delle emissioni del wifi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sempre affermato che i sintomi di questa patologia sono prima di tutto dermatologici, nevrastenici e vegetativi, ma non era mai stata presa una posizione univoca al riguardo. La sentenza del tribunale ovviamente stravolge la situazione e probabilmente ci si dovrà aspettare richieste simili da parte di altri cittadini europei. I casi solitamente sono piuttosto evidenti, poiché il disturbo coinvolge la pelle sin dal primo stadio e l’unica soluzione per liberarsi dagli sfoghi è quella di mettere dei chilometri tra se stessi e le reti di cellulari e computer (pericolosi già di per sé). Negli Stati Uniti è addirittura il 5% della popolazione ad accusare questa patologia e chissà che effetto avrà la sentenza francese su queste persone.

Se le città cercano di attrezzarsi sempre di più per offrire servizi quali reti wifi completamente gratuite su tutto il territorio è perché ormai sarebbe impensabile vivere senza internet. Gli ‘allergici’ purtroppo dovranno farsene una ragione e, proprio come la signora francese, trasferirsi in luoghi molto isolati. Questa tutto sommano potrebbe rivelarsi un’occasione per cambiare la propria vita (speriamo in meglio) e lasciarsi cullare dalle più tradizionali delle pratiche. La speranza è che la sanità riesca ad individuare i casi veri da quelli falsi. I francesi hanno mostrato la via, agli italiani il compito di non farsi tentare dal fascino dell’imbroglio.

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