Selfie in sala operatoria: c’è chi difende i medici mentre l’Ordine avvia procedure punitive

La nuova tendenza di alcuni medici di scattarsi dei selfie in sala operatoria ha lasciato sotto shock l’opinione pubblica, basita da un comportamento così irrispettoso e poco professionale. Le foto venivano postate sui social network e non mancavano commenti sconvenienti del tipo “Che bella dottoressa” o gesti sconcertanti quali fare il segno di vittoria con le dita ancora sporche di sangue. Inutile dire che sono prontamente scattate le pratiche affinché l’Ordine dei Medici prenda dei provvedimenti in merito alla vicenda, giudicata contraria a qualsiasi etica. Gli ospedali incriminati sono soprattutto quelli di Napoli e Salerno, eppure potrebbero non essere gli unici. D’altronde sarà difficile individuare i singoli colpevoli, visto che sono state rimosse tutte le foto non appena si è alzato il polverone.

Nonostante la situazione concitata e la facilità con cui ci si può schierare dalla parte del paziente, c’è chi ha voluto spiegare che a livello psicologico questi episodi possono essere visti sotto una luce completamente diversa. Si tratta di Luciano Casolari, medico psicoanalista, che sulle pagine de Il Fatto Quotidiano ha voluto mostrare un altro lato della stessa medaglia: “I medici e gli infermieri che lavorano in sala operatoria da sempre si trovano a fronteggiare l’idea della morte e della sofferenza. Per poter tagliare la pancia di una persona occorre attuare un distacco psicologico dall’immagine di costui come essere umano e riuscire a vederlo come un ‘caso clinico’ interessante o complicato che pone delle difficoltà tecniche. Questa disumanizzazione del paziente è normale e doverosa e permette al medico di lavorare in modo efficace ed efficiente”.

Insomma, scattarsi delle foto aiuterebbe questo distacco e, in un modo o nell’altro, sarebbe persino d’aiuto al paziente. Maggiore è la freddezza con cui il medico si appresta ad operare e maggiori saranno le possibilità che tutto vada per il verso giusto. Ciò detto, nessuno può astenersi dal giudicare grave ed irrispettoso un tale comportamento. Nemmeno Casolari afferma il contrario, eppure i commenti che sono arrivati al suo articolo non hanno mostrato segnali di apertura: “Ma che stai a dì?”, “Lo sanno i beduini che il cellulare va tenuto a distanza anche quando si fa benzina?”, “C’è sempre meno professionalità tra gli ospedali”, solo per riportarne alcuni. Niente da fare: la condanna degli italiani è totale e invalicabile.

Foto: Facebook

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