Malattie immaginarie e negate: cause e sintomi. Si può guarire?

Avere un buon rapporto con la propria salute non è sempre facile: ci sono persone sane che si sentono sempre acciaccate e malati che si credono immuni da qualunque problema ed evitano il medico anche quando non dovrebbero per il terrore di ricevere notizie spiacevoli. Da questa dicotomia nascono una serie di condizioni che, in ambiente psichiatrico, vengono classificate come ipocondria, delirio ipocondriaco e patofobia. Il fatto che in molti non sanno è che sono condizioni molto più comuni di quello che si possa pensare, perché addirittura il 78% degli italiani ne soffre, anche se in forma lieve ovviamente. Il giusto equilibrio è raro, ma ci sono anche dei metodi per uscirne fuori.

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Lo psicoterapeuta austriaco Hans Morschitzky e il giornalista Thomas Hartl hanno pubblicato un saggio in tempi non sospetti incentrato su disturbi somatici di tipo ossessivo-compulsivo, soffermandosi particolarmente su chi soffre di patofobia e quindi non avverte alcun sintomo e rigetta ogni discorso che riguarda la salute e le malattie. Non sono i sintomi della patologia in sé quanto la paura nei suoi confronti a far sentire ammalati, ma la situazione di chi teme le malattie è sempre più accentuata. Negli ultimi anni per evitare possibili ripercussioni sul posto di lavoro, il rapporto con la propria salute è cambiato ulteriormente con persone che si sentono costrette a fingere di stare bene, ma anche questo ovviamente non è sano.

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Le cause più frequenti delle ipocondrie sono le malattie vissute da parenti o amici e le conseguenze di un’educazione iperprotettiva da parte dei genitori, oltre allo stress psicosociale e all’ossessione salutista che viaggia a braccetto con il sempre più affermato culto del fitness. C’è chi pratica molto sport e mangia in modo estremamente sano per evitare lo spettro di qualsiasi malattia. Ma esistono anche gli ipocondriaci che adottano l’atteggiamento opposto: evitano ogni attività motoria nel timore di sottoporre il fisico a sforzi eccessivi, di farsi male o di venire a contatto con i germi. Se un tempo gli ipocondriaci erano considerati come casi senza speranza, oggi quasi due terzi dei pazienti sperimentano un’attenuazione dei sintomi grazie alle psicoterapie individuali o di gruppo. La terapia deve essere personalizzata ed è in base alla problematica specifica, ma sono valide anche alcune strategie di «auto-aiuto» che, partendo dall’analisi delle paure di cui si soffre, passano attraverso la modificazione dei propri schemi di pensiero. L’obiettivo? Acquisire più fiducia nel proprio corpo e nel proprio organismo e “allenarlo” nella giusta misura.

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