Mauro Bergamasco: “Sono goloso e mi piace mangiare, ma il rugby è il mio stile di vita”

Mauro Bergamasco ha reso onore alla maglia della nazionale italiana di rugby fino al 2015, anno in cui ha deciso di abbandonare l’attività agonistica a 36 anni. I progetti in ballo restano tanti (ha un’agenzia che si occupa di formazione e sport) ma prima di tutto deve trovare nuovi equilibri a tavola e in palestra.

Mauro, il 2016 è la prima stagione di inattività come giocatore: dopo anni di sport ad alti livelli, come reagisce il corpo?
Beh, se devo dire la verità, i primi mesi me la sono “spassata”, concedetemi l’espressione! Ho dato un po’ di tregua al mio corpo e mi sono riposato. Dopo qualche settimana ho rimesso piede in palestra, e, nonostante i numerosi impegni, ho cercato di avere una certa continuità. D’altra parte sto impostando un nuovo equilibrio di vita. Con la bella stagione mi dedicherò alla corsa a piedi e alla bicicletta, entrambe mie passioni.
Tuo fratello Mirco è diventato vegano e ne ha elogiato i benefici: tu che ne pensi?
Sì, mio fratello ha scelto già da un po’ di anni di avvicinarsi e sposare il veganesimo. Abbiamo parlato più volte dei pro e dei contro delle varie ‘filosofie alimentari’. In genere, non sono per scelte così radicali ed estreme, preferisco trovare sempre un mio personale equilibrio. Qualche volta mi capita comunque di provare dei piatti vegani nei ristoranti di mio fratello a Padova.
Ti piace mangiare un po’ di tutto quindi…
Io sono un goloso di natura e mi piace ben mangiare! Ora che ho diminuito l’attività fisica devo stare un po’ più attento alle calorie che introduco cercando di mantenere il regime che ho seguito in questi ultimi anni.

Mauro Bergamasco: "

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Un consiglio per i più giovani: cosa si deve fare, a livello di allenamento e cura per il corpo, per tirare fuori il meglio di sé nello sport?
Parlando della mia esperienza, il rugby è e rimane un gioco. Per riuscire a giocare ed esprimersi al massimo delle proprie potenzialità è importante sapersi divertire, vivere appieno ogni sfumatura di questo sport e, magari, chiedersi: “Come funzionava prima che io arrivassi?”. Negli anni, il rugby è diventato uno stile di vita per me, tanto che molto di quello che sono come uomo lo devo a questo sport.
Come descriveresti il rugby in una parola?
Passione!
A fine carriera un bilancio sarà stato d’obbligo: qual è la cosa più bella e quella più brutta della sua carriera sportiva?
Una delle cose più belle è sicuramente aver avuto la possibilità di indossare la maglia azzurra con mio fratello Mirco. Quella meno bella sono stati gli infortuni, anche se so bene che fanno parte della strada di un atleta e che, se affrontati con determinazione, possono renderti più forte di prima.
A cosa ti dedicherai ora?
Sono molto impegnato con la mia agenzia m2m srl, ad occuparmi di attività formative per le aziende e di produzioni per lo sport. Ora, è in piena lavorazione il “Campus Rugby Mauro Bergamasco”, una vacanza sportiva-educativa per i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 15 anni in una località marittima. Quest’anno le settimane principali saranno dal 19 al 25 giugno per ragazzi e ragazze nati dal 2003 al 2006 e dal 26 giugno al 2 luglio per i ragazzi e ragazze nati dal 2001 al 2003.

Foto credits: Sabrina Conforti ph