Pizza napoletana nel patrimonio dell’Unesco? La candidatura che più fa onore al made in Italy

L’Italia poteva decidere quale delle sue eccellenze proporre all’Unesco affinché fosse inserita nel suo patrimonio ed è stato candidato un alimento di spicco: la pizza napoletana, simbolo di ‘italianità’.

La Commissione nazionale italiana per l’Unesco doveva decidere quale alimento candidare affinché cominciasse l’iter per l’annessione al suo prestigioso patrimonio protetto (ovviamente nella categoria dei ‘beni immateriali’). La scelta è stata fatta in modo unanime ed è ricaduta sull”arte dei pizzaioli napoletani’. La pizza napoletana è infatti considerata un segno inequivocabile di italianità (lo chef napoletano Pasquale Cozzolino ne ha fatto addirittura una dieta) e ha saputo mettere d’accordo vari ministeri. Oltre alla Commissione, infatti, questo alimento ha raccolto il consenso del Ministero dell’Agricoltura, degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente e dell’Economia. Per tutti, non c’è stato alcun dubbio: la pizza napoletana “rappresenta l’Italia in tutto il mondo”.

La tanto amata specialità campana costituirà così un dossier che verrà vagliato da oltre 200 Paesi in tutto il globo. Il processo, infatti, non è né semplice né breve. La decisione finale verrà presa nel 2017 a Parigi da una commissione designata. Nel frattempo non resta che sperare e rallegrarsi di due aspetti in particolare dell’intera vicenda. Prima di tutto, é la prima volta in assoluto che l’Unesco si occupa di una tradizione relativa ad una produzione alimentare. Se ciò non dovesse bastare, ecco un aspetto persino più positivo: la candidatura dell’arte dei pizzaioli napoletani cancella ogni possibilità che gli americani propongano la loro pizza made in Usa per la stessa posizione. D’altronde, se di pizza si deve trattare, è ovvio che debba spettare a quella italiana anziché all’‘american style’.

Il discorso con il quale è stata accolta questa candidatura abbraccia un’intera generazione e ha origini profonde nella cultura tricolore: “L’arte dei pizzaioli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’Italia”. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha speso parole positive per la notizia, ricordando il lavoro di valorizzazione del made in Italy cominciato con Expo 2015 e proseguito con altre iniziative tra cui appunto questa candidatura all’Unesco. Che gli italiani stiano riscoprendo quel patriottismo che sembrava sopito? Ciò che è certo è che a tavola il popolo italiano non teme alcun confronto: lì sì che si possono tagliare traguardi importanti e raccogliere i giusti onori, sia nei canali ufficiali che sul web. La petizione #PizzaUnesco ha superato la soglia delle 850mila firme in soli 3 mesi: 100mila sono arrivate dal Giappone, altrettante da Argentina e Brasile e la lista degli estimatori in tutto il mondo è destinata ad allungarsi…

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