Pfizer, svolta storica: ritirati i farmaci per l’esecuzione della pena di morte

La compagnia farmaceutica Pfizer ha deciso di farsi da parte per quanto riguarda la pena di morte: i suoi farmaci era i più utilizzati per le iniezioni letali della pena di morte ma il colosso li ha bloccati in modo definitivo.

Negli Stati Uniti il 2015 è stato un anno incredibilmente duro per esecuzioni e condanne a morte: si sono raggiunti i numeri più bassi degli ultimi 40 anni. Uno dei motivi è stata la mancanza dei medicinali da utilizzare per provocare la morte. Moltissime case farmaceutiche (più di 20) hanno vietato l’utilizzo dei loro prodotti nei penitenziari e soprattutto nel braccio della morte. L’ultima in ordine di tempo è stata la Pfizer e tale decisione ha segnato una vera e propria svolta proprio per le dimensioni dell’azienda: si tratta della più grande azienda che opera nella ricerca, produzione e commercializzazione di medicinale e un simile colosso è in grado di influenzare l’intero settore.

A livello politico e religioso la tendenza è la stessa: Papa Francesco ha già lanciato diversi appelli affinché la pena di morte venga abolita. Il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Bernie Sanders si è schierato esattamente dalla stessa parte, mentre Hillary Clinton vorrebbe semplicemente limitarla (LEGGI ANCHE: DONALD TRUMP E HILLARY CLINTON, SEMPRE PIÙ VICINI ALLO SCONTRO FINALE). In attesa che i vertici di Stato prendano una decisione definitiva è il mondo farmaceutico a farlo al loro posto. Per portare avanti le esecuzioni si sta ricorrendo ad altre modalità che prevedono l’utilizzo di farmaci alternativi ma alcune esecuzioni mal riuscite hanno sollevato critiche e legittime proteste (soprattutto tra i legali e i familiari dei condannati).

Pfizer, svolta storica: ritirati i farmaci per l’esecuzione della pena di morte

La decisione della Pfizer è soprattutto di carattere etico: le case farmaceutiche non voglio più che il loro nome venga associato alla pena di morte. I controlli sulle modalità che portano al reperimento dei medicinali hanno subìto una stretta notevole, poiché non si vuole correre il rischio che questi vengano presi sottobanco, in modo illegale. In alcuni casi la Food and Drug Administration ha dovuto bloccare l’importazione di medicinali dall’estero. Diversi Stati hanno sospeso le esecuzioni, altri le hanno rallentate. Il segnale lanciato dalla Pfizer e dall’intero comparto farmaceutico è chiaro: agli Stati Uniti (e al suo prossimo presidente) spetterà l’onere e l’onore di prendere delle storiche decisioni al riguardo?

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