La first lady d’Italia Agnese Landini ha confidato alle pagine di Vanity Fair la storia della nipotina Maria: è affetta da sindrome di Down ma ha insegnato tante cose a tutta la famiglia.
Agnese Landini, moglie del Premier Matteo Renzi, sarà la madrina dei Trisome Games, ovvero la prima Olimpiade per persone affette da sindrome di Down. In vista di questa specialissima occasione, la première Femme d’Italia ha voluto rilasciare un’intensa intervista a Vanity Fair nella quale racconta la vita della nipotina Maria, affetta da sindrome di Down, e di com’è cambiato l’approccio dell’intera famiglia Renzi da quando la piccola ne è entrata a far parte.
Maria è stata adottata da Matilde Renzi, sorella di Matteo, insieme al marito Andrea. La coppia ha già 2 figlie naturali ma ha sentito di allargare ulteriormente la famiglia facendo questo impagabile gesto d’amore. La piccola Maria, tuttavia, ha preso quell’amore e lo ha restituito all’ennesima potenza. La bimba ha 4 anni e conduce una vita piuttosto normale come tutti i bambini della sua età: va al mare, gioca con la sabbia, si tuffa, nuota con i braccioli, ride e si diverte… “Poi allunga le braccia e dice: ‘Vieni anche te, zia?’. Tu la guardi e pensi che è meravigliosa”, ha dichiarato la signora Renzi.
L’arrivo di Maria ha avvicinato tutti alla malattia e conoscerla ha permesso anche di capirla maggiormente: “Ho imparato a sorridere alle persone che incontro per strada, o a scuola, o al cinema, specialmente se hanno una disabilità. Prima, quando notavo un bimbo speciale, avevo una sorta di timore: sentivo il desiderio di avvicinarmi, ma temevo che il mio gesto fosse frainteso”. Conoscere è il primo passo per rompere il muro della diffidenza e abbattere i pregiudizi: questo il pensiero della Landini in merito ad un argomento così delicato come quello della disabilità (LEGGI ANCHE: PARALIMPIADI RIO 2016: LO SPOT COMMOVENTE SULLA NORMALITÀ DEI DISABILI [VIDEO]).
Poi fa un esempio che fa capire quanto sia importante approcciarsi ad essa con normalità: “Un amico, papà di Matteo, un bimbo di 13 anni simpaticissimo, con autismo, mi ha raccontato recentemente un episodio, solo l’ultimo di una lunga e spiacevole serie. Entrano in ascensore, lui e Matteo. Ci sono una mamma e il suo bimbo, ‘sano’. Lei vede Matteo e istintivamente tira a sé il figlio. E lui, da buon livornese: ‘Signora, l’autismo non è mica il raffreddore, non si attacca!'”.
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