Uccide la figlia e viene condannata, poi la donna fa una richiesta choc

Kathryn Smith ha commesso un crimine disumano: ha picchiato sua figlia Ayeeshia, 21 mesi, fino a toglierle la vita. Il tribunale l’ha condannata ma lei, anziché pentirsi e vergognarsi, ha preferito avanzare una richiesta assurda.

Anziché proteggere la figlia di 21 mesi, Kathryn l’ha uccisa con le sue stesse mani. Questa mamma in effetti non meritava il dono che era stato concesso: una bimba sana e affettuosa. La donna era solita picchiare la bambina in modo selvaggio finché un giorno l’ha uccisa (Ayeeshia è morta a causa di un arresto cardaco provocato dalle percosse). La giustizia ovviamente ha fatto il suo corso e Kathryn è stata condannata dal tribunale visto che il suo gesto era a tutti gli effetti un omicidio, per di più su un minore (senza contare i maltrattamenti precedentemente inferti alla vittima).

La sua reazione di fronte a quel triste ma sacrosanto verdetto la dice lunga sul suo pentimento. Anziché chiedere scusa, vergognarsi del proprio gesto e cercare di redimersi con una condanna a dir poco meritata, Kathryn ha chiesto l’opportunità di ‘spiegarsi meglio’. A suo avviso all’avvocato non era stato permesso di esporre i fatti in maniera completa poiché era stato interrotto e qualcosa poteva essere stato omesso o frainteso. La domanda a questo punto sorge spontanea e non può che indignare: cosa può essere stato frainteso di una mamma che uccide la figlia di 21 mesi?

Picchia la figlia e viene condannata, poi la donna fa una richiesta choc

Ovviamente il suo intento era solo quello di salvarsi la pelle cercando di mitigare gli animi e migliorare la situazione. L’obiezione avanzata non ha certo portato l’esito sperato e la donna è finita in carcere, in attesa di ricorrere in appello. La sua permanenza, tuttavia, non è delle più serene. La sua vita è a rischio, visto che le altre ospiti del carcere non hanno preso bene il motivo della sua permanenza e hanno voluto vendicare Ayeeshia picchiando la sua assassina. Ovviamente il gesto delle carcerate è da condannare poiché nessuno può sostituirsi alla legge – umana o divina che sia -, ma provare pena per questa donna resta davvero difficile.

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