Violenza sugli uomini: “Quella donna mi ha violentato, ma non ho avuto il coraggio di denunciarla”

Ken Clearwater aveva 12 anni quando è stato violentato da una donna. Ma per molti anni non ha voluto ammetterlo a nessuno, nemmeno a se stesso. Quel bambino è oggi un uomo di 50 anni, padre di due bambini e dirigente di un’associazione che si occupa di uomini che subiscono violenza.

Ken aveva 12 anni quando ha subito violenza da parte di una donna; egli dichiara: “Mi ha fatto fare cose che non riuscivo nemmeno a comprendere”. Un po’ per vergogna, un po’ per senso di colpa, non è riuscito a confessarlo a nessuno per parecchi anni, in quanto temeva che nessuno lo avrebbe capito e compreso fino in fondo. Continua affermando: “Mi ha fatto sdraiare sul letto accanto a lei, ha iniziato a toccarmi e voleva che io toccassi lei; avevo paura e di certo non avrei potuto avere un’erezione: rise di me e mi disse che non ero un vero uomo. Aveva ragione: ero un ragazzo spaventato».

Cinquant’anni dopo Ken ha deciso di raccontandoci la sua storia; quella vicenda lo ha macchiato nel profondo e costituisce ancor oggi una ferita indelebile. Ora è un uomo generoso e padre di due figlie. È il dirigente della Male Survivors of Sexual Abuse Trust (MSSAT), un’associazione che si occupa di violenza sugli uomini, a Christchurch. Anche se oramai sono passati parecchi anni da quella terribile e crudele vicenda, sostiene di aver ancora difficoltà ad approcciarsi con il sesso femminile: “Faccio ancora fatica a rapportarmi con le donne: mi sento sempre in trappola. Dopo quella violenza mi sono trasformato: ero un bambino allegro, sono diventato una persona arrabbiata”. Purtroppo questa vicenda ha inciso molto anche sulla sua adolescenza. Ken veniva espulso da scuola, aveva degli scontri con i caposquadra in ambito lavorativo e venne arrestato per aver aggredito due agenti della sicurezza. L’uomo confessa: “Ho iniziato a bere alcolici a 12 anni e a fumare sigarette. Poi ho scoperto marijuana, oppio, LSD, cocaina. E li ho usati tutti, per superare i momenti difficili. Il problema più grande è stato con l’alcool, che mi faceva diventare violento”. La frase detta da quella donna “non sei un vero uomo” era ormai incastonata nella sua memoria e, dunque, per dimostrare il contrario, decise di iscriversi a pugilato.

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Continua la sua dichiarazione sostenendo: “I maschi sono molto riluttanti a denunciare gli abusi sessuali subiti dalle donne per la vergogna, il senso di colpa e la paura. Quella di essere visti come colpevoli, deboli, gay. Quando il responsabile della violenza è una donna c’è la paura di non essere creduti. O di sentirsi dire che non ci si deve lamentare, perché ci si dovrebbe ritenere fortunati. La gente pensa che essere un maschio violentato non sia poi così male. Perché non si rende conto del danno psicologico che esperienze come queste possono causare. Fra gli uomini della mia associazione, solo uno ha denunciato gli abusi”. Anche Ken ha avuto il coraggio di farlo, dopo tanti anni, e la donna che lo aveva violentato è stata condannata a 5 anni. Conclude dicendo: “Non sapremo mai quanti ragazzi sono state vittime di abusi sessuali, perché alcuni vivono con vergogna e senso di colpa quello che hanno subito. Ma la violenza è una questione di diritti umani, non di genere”.

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