Pronto Soccorso ko tra influenza e meningite: 97enne in attesa per ore

Feste, ferie, picco influenzale e psicosi meningite: un mix esplosivo che causa danneggia anche i pazienti più delicati.

Per ospedali e pronto soccorso la gestione delle emergenze è particolarmente complessa in alcuni periodi dell’anno tra cui, nemmeno a dirlo, il Natale. Quello appena trascorso si è rivelato ancora più difficile del previsto: tra feste, ferie, picco dell’influenza (LEGGI ANCHE: INFLUENZA DI INIZIO ANNI, ECCO PERCHÉ È LA PEGGIOR EPIDEMIA DEGLI ULTIMI 10 ANNI) e psicosi meningite l’organizzazione delle strutture sanitarie è stata messa a dura prova. Non che le attenuanti giustifichino in ogni caso il totale ko verificatisi in alcune città d’Italia. Primari e coordinatori hanno rilasciato dichiarazioni volte a calmare le acque ed evitare l’insorgere di qualsiasi polemica, tuttavia alcune leggerezze hanno creato problemi anche gravi ai pazienti più delicati.

La lettera scritta da una coppia toscana ha portato a galla una realtà ben diversa rispetto al classico slogan “È tutto sotto controllo” ripetuto più per quieto vivere che per reale sicurezza. Nella lettera, lo sfogo di una donna che ha davvero temuto per l’incolumità dei propri cari: “Lunedì scorso mio marito ed io abbiamo consegnato al pronto soccorso mia suocera di 97 anni, in gravi condizioni, con una richiesta di ricovero dei medici del 118. Erano le 10 della mattina. Alle 19 finalmente mio marito è potuto entrare a vedere sua madre. Giaceva nell’incuria più totale, dimenticata. Le sue condizioni di salute non erano affatto migliorate, era completamente digiuna, assetata e immersa nei suoi bisogni”.

Pronto Soccorso ko tra influenza e meningite: 97enne in attesa per ore

E la rabbia è salita col passare delle ore: “Nessuno, in 9 ore, si era premurato di farle bere un sorso di qualcosa e di metterle un pannolone. In evidente stato confusionale, era umiliata, psicologicamente devastata e in affanno. Ci è stato detto che, date le sue condizioni, non l’avrebbero dimessa, ma che avrebbe dovuto trascorrere la nottata lì perché in reparto non c’erano letti. Alla fine l’abbiamo riportata a casa“, ha detto la nuora dell’anziana protagonista della vicenda. Influenza, meningite e feste possono aver dato scacco matto alla sanità, ma ora che le emergenze stanno rientrando la tolleranza deve tornare ad essere minima.

Photo credits Facebook

Impostazioni privacy