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Categories: Benessere

Dentista addio: un farmaco permette ai denti di ripararsi da soli

Evitare il dentista ma al tempo stesso godere di denti sani e di un sorriso smagliante? Per conciliare le due cose potrebbe bastare un farmaco già utilizzato per l’Alzheimer…

Sono davvero pochi i fortunati che non hanno mai dovuto combattere con le carie. Avere i denti sani è un privilegio che può riservare solo una natura particolarmente generosa o un’igiene dentale ineccepibile. Qualora non si disponesse né dell’una né dell’altra, andare dal dentista potrebbe diventare doloroso e costoso ma altrettanto inevitabile. I ricercatori del King’s College di Londra, tuttavia, sembrano aver trovato un modo per allontanare il pericolo.

La buona notizia è che la salvezza potrebbe arrivare da un farmaco già esistente e presente sul mercato, sebbene solitamente utilizzato nella cura di malattie neurologiche come l’Alzheimer. Ma andiamo con ordine: sotto la guida del professor Paul Sharpe, il team di ricerca ha condotto un esperimento sui topi somministrando loro una molecola chiamata Gsk-3. Questa molecola è stata applicata sui denti utilizzando spugne biodegradabili imbevute di medicinale e poi inserite nella cavità da riparare. I risultati sono stati decisamente positivi: il medicinale induce le cellule staminali contenute nella polpa del dente a generare nuova dentina e ad autoripararsi.

Ecco allora che il dente può arrivare a curarsi da solo nel giro di 4-6 settimane, evitando così qualsiasi ricorso a otturazioni, capsule e cementi vari. Seguire il corso naturale del dente potrebbe allontanare qualsiasi visita dal dentista e le varie infezioni che potrebbero sopraggiungere, senza contare il risparmio in termini di sofferenza e danaro. Sharpe è quindi incoraggiante: “La semplicità del nostro approccio lo rende ideale come prodotto clinico per il trattamento delle grandi carie, fornendo sia la protezione della polpa che il ripristino della dentina”, ha dichiarato. Il fatto che si possa ricorrere ad un farmaco già testato attraverso studi clinici, inoltre offre la reale opportunità di godere di questo nuovo trattamento in tempi brevi. Bisogna pazientare, ma probabilmente l’attesa non sarà molta.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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