Radiato in Italia il primo medico contrario ai vaccini. Scoppia il caso

Roberto Gava è il primo medico radiato dall’albo in quanto giudicato contrario alla somministrazione dei vaccini. Lui fa ricorso e scoppia il caso.

Roberto Gava è il primo medico radiato dall’albo a causa della sua avversione ai vaccini. A deciderlo è stato l’Ordine di Treviso, che ha esposto le motivazioni in modo ampio e dettagliato: il provvedimento, si legge, è stato deciso in quanto il soggetto non tutelava “nell’esercizio della propria attività di medico, la salute individuale e collettiva, non basando le proprie prescrizioni sulle evidenze scientifiche disponibili e sottraendo le persone assistite e in particolari i minori a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia”.

Gava, cardiologo presso l’ospedale di Castelfranco (Treviso) e libero professionista specializzato anche in Farmacologia clinica e tossicologia, avrebbe “denigrato la professionalità e le competenze dei colleghi”, si legge ancora nel documento che rende ufficiale la punizione. Il diretto interessato ovviamente non ha nessuna intenzione di arrendersi e ha cominciato la sua difesa. Prima di tutto si è detto non contrario ai vaccini bensì alle vaccinazioni di massa “che non tengono conto delle peculiarità del singolo”. In secondo luogo, ha paragonato la propria sventura a quella di Galileo Galilei, condannato per le proprie idee.

Radiato in Italia il primo medico contrario ai vaccini. Scoppia il caso

È già stato avviato un ricorso presso la Commissione centrale per esercenti attività sanitarie, poi ci sarà anche la possibilità di rivolgersi alla Cassazione. La decisione, già anticipata a fine 2016 (la Federazione nazionale degli Ordini dei medici aveva chiarito a cosa andavano incontro i medici che decidevano di violare il codice deontologico sconsigliando i vaccini), si è già attirata giudizi contrastanti. Nella maggior parte dei casi si tende a dar ragione alla Commissione perché i vaccini vengono considerati i medicinali più sicuri in assoluto oltre che un importante strumento di prevenzione. Gli avvocati di Gava, però, sono di ben altro avviso. Il loro assistito sarebbe stato trattato alla stregua di un “medico pluriassassino, dispiegando il massimo di arbitrio e irragionevolezza”. Come andrà a finire?

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