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Chiede aiuto al pronto soccorso: l’operatrice risponde “Prima o poi moriamo tutti”

Naomi, 22 anni, ha chiamato il pronto soccorso in seguito ad un malore: l’operatrice non ha creduto alla sua richiesta d’aiuto e la ragazza è morta a causa di un’emorragia.

Naomi Musenga era una ragazza di Strasburgo di soli 22 anni. Colta da un malore improvviso, la giovane aveva trovato la forza di prendere il telefono e chiedere aiuto al pronto soccorso. Dall’altra parte, tuttavia, c’era un’operatrice poco disposta a crederle che, seppur involontariamente, ha causato il suo decesso. A rivelare tutti i dettagli dell’episodio è stata proprio la registrazione di quella chiamata. All’inizio fu Naomi a parlare, la quale con un filo di voce disse “Aiutatemi signora, aiutatemi, sto malissimo… sto per morire”. Dall’altra parte del telefono tuttavia non c’era terreno fertile per raccogliere quel disperato sos.

“Sì, sì, prima o poi, un giorno, lei morirà, come tutti”, è stata la sprezzante risposta dell’operatrice. Questa, noncurante, consigliò a Naomi di chiamare il medico di guardia. La ragazza riuscì a farlo, ma l’esito non fu quello sperato: il medico di guardia la rimbalzò ancora una volta all’ospedale dove avrebbe dovuto chiedere un’ambulanza. Dopo mille peripezie, finalmente arrivarono i soccorsi. Il tempo perso, però, avevano reso le condizioni di Naomi ancora più gravi. La ventiduenne era ancora cosciente ma fu colta da diversi arresti cardiaci, per poi morire poco dopo in rianimazione. La diagnosi parlò di ‘cedimento multiviscerale per choc emorragico’.

Agnes Buzyn, ministro della salute francese, ha dimostrato tutta la sua indignazione per le circostanze legate alla morte di Naomi Musenga: “Voglio assicurare la sua famiglia sul mio totale sostegno e chiedo un’inchiesta sulle gravi disfunzioni riscontrate”, ha detto. La registrazione del pronto soccorso ha fatto scalpore in tutta la Francia e il governo si sta muovendo per punire i responsabili di tale atrocità. Una simile superficialità non può certamente essere accettata, a maggior ragione se si parla di un Paese civile come la Francia che dovrebbe garantire ai propri cittadini la giusta protezione, l’assistenza medica e, perché no, piena comprensione.

LEGGI ANCHE: HA UN TUMORE: IL MEDICO LE CONSIGLIA DI ANDARE DALLO PSICHIATRA

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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