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Muore a causa dei suoi 180 chili: la vera colpa è di una tac

Luca, un uomo di 45 anni affetto da diverse patologie, è morto presso l’ospedale della Santissima Annunziata di Taranto sollevando una questione particolare. Molti dei suoi problemi erano legati al peso corporeo: la bilancia segnava 180 chili e quindi era considerato obeso, con tutte le conseguenze che ne derivano. Il fratello ha raccontato la sua storia al solo fine di sollevare una questione comune a molti pazienti: spesso gli ospedali non sono attrezzati per far fronte alle esigenze di ogni singola categoria. Per Luca infatti non è stato possibile effettuare una semplice tac poiché in tutta la Puglia non ce n’era nemmeno una adatta alle persone obese. “Luca aveva molte patologie, e sarebbe morto comunque: perciò non chiedo giustizia o un risarcimento danni, quello che voglio è un piano per l’acquisto di Tac per grandi obesi, affinché a nessun’altro succeda quello che è successo a mio fratello”, ha dichiarato.

In effetti il quadro clinico del paziente era fortemente compromesso: il quarantacinquenne era andato in ospedale in seguito ad una caduta fatta in casa, la quale purtroppo aveva causato una frattura al braccio e al femore. Dopo due giorni di ricovero ha cominciato ad avere problemi allo stomaco: “Ogni volta che beveva o mangiava qualcosa vomitava. Inoltre era diventato stitico. Probabilmente nella caduta aveva subito anche danni all’apparato digerente”, ha continuato a raccontare il fratello con un fondo di rassegnazione. “Stava molto male quando l’hanno portato in rianimazione dove purtroppo è morto”, ha concluso. La questione in effetti merita di essere affrontata con la giusta serietà, a maggior ragione se si pensa che il fenomeno dell’obesità purtroppo è in continua crescita (si parla del +8 per cento annuo e nella sola Puglia coinvolge il 13 per cento della popolazione). I pazienti obesi devono di certo avere la stessa accessibilità ai servizi rispetto agli altri e, per ottenere tale risultato, le strutture devono essere dotate di macchinari diagnostici adatti a loro. La battaglia di questo cittadino è certamente sensata, non resta che attendere la risposta pratica delle autorità sanitarie competenti.

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