Alessio sta malissimo e mamma Stefania ha voluto raccontare la sua storia nella Giornata mondiale del Cuore, una ricorrenza festeggiata in oltre 200 Paesi del mondo per onorare e fare coraggio a tutti coloro che aspettano nella speranza di ricever “quel dono”. Stefania, 40 anni, ha scritto una lettera a Vanity Fair per condividere e diffondere la dolorosa storia di suo figlio, un adolescente di soli 14 anni che fino al giorno prima aveva condotto una vita normale. Alessio giocava a calcio e andava in bici proprio come tutti i ragazzi della sua età ma il 27 luglio, all’improvviso, ha accusato un malessere. La notte successiva fu la volta di un’ischemia celebrale. I medici avevano parlato di un ventricolo di dimensioni abnormi, senza però specificarne la causa. Per buona pace, una lunga serie di analisi in ospedale non fornirono nessuna diagnosi che riuscisse davvero a spiegare cos’era accaduto ad Alessio.
Dopo 20 lunghissimi ed estenuanti giorni i tasselli andarono al loro posto. Il verdetto fu chiaro ma doloroso: un virus aveva colpito il cuore di Alessio e lo stava distruggendo. Un trapianto era necessario ma non era sufficiente a salvarlo: il cuore serviva subito o il ragazzo sarebbe morto nel giro di pochi giorni. Così, il medico dell’ospedale Monaldi di Napoli programmò immediatamente l’intervento per il cuore artificiale (detto berlin heart). Il successo dell’operazione ha dato ad Alessio una chance di riprendersi la sua vita ma nel frattempo il ragazzo è costretto a lottare giorno dopo giorno con tutte le sue forze nella speranza che al più presto arrivi un cuore nuovo. Quel dono così prezioso, infatti, rappresenta per lui l’unica possibilità di sopravvivenza. La sua mamma, ancora stordita, si sente comunque fortunata: sulla sua strada ha trovato due medici eccezionali che si sono occupati del figlio e che continuano a preoccuparsi per lui.
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