Torino, per la prima volta una donna con la sindrome di Alstrom partorisce

Nei giorni scorsi all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino si è verificato un caso unico al mondo. Una paziente affetta da sindrome di Alstrom, infatti, ha portato a termine una gravidanza dando alla luce un bambino. La notizia ha dell’incredibile dal momento che si tratta della prima volta al mondo in cui una donna affetta da una malattia tale riesca a partorire.

Primo parto al mondo per una donna affetta da sindrome di Alstrom

La gravidanza portata avanti dalla paziente seguita dall’ospedale di Torino è un caso incredibile oltre che un unicum al mondo. La sindrome di Alstrom, infatti, è una malattia genetica rarissima dovuta alla mutazione del gene ALMS1. Affinché questa sindrome si manifesti entrambi i genitori devono essere portatori o affetti. A caratterizzare questa malattia sono problemi all’udito e alla vista, e tendenza a manifestare disturbi come diabete, disfunzioni epatiche, obesità e disfunzioni cardiache.

I progressi della medicina hanno reso possibile un sogno

La paziente con sindrome di Alstrom ha 26 anni e, così, ha potuto realizzare il sogno di essere madre portando a termine la gravidanza. Ad occuparsene la dottoressa Chiara Benedetto, direttrice della Ginecologia e Ostetricia universitaria, in collaborazione con il Servizio di Genetica Clinica della Città della Salute di Torino diretto dalla professoressa Barbara Pasini e con i colleghi internisti del Sant’Anna, coordinati dal dottor Aldo Maina.

Proprio la dottoressa Chiara Benedetto ha rilasciato alcune dichiarazioni ad ANSA, commentando lo straordinario lavoro: “Abbiamo assistito la signora per tutta la gravidanza. Quando, all’ottavo mese, abbiamo notato il peggioramento delle funzioni cardiovascolari e renali materne, per quanto lieve, abbiamo proceduto col cesareo”. Oltre che essere un segno di enorme progresso in ambito medico e scientifico, però, il parto di una paziente affetta da una sindrome così rara è un sintomo di speranza. Siamo felici di aver contribuito a realizzare il sogno di questa neo mamma – ha continuato la dottoressa Benedetto – e di poter dare speranza a tutte le persone affette da malattie rare“.

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