Sale, usarne troppo in cucina fa male alla salute: lo studio scientifico

Sarebbe possibile condire i nostri piatti e i cibi senza sale? Sembra impossibile ma è una scelta a cui dovremmo abituarci o approdare gradualmente. L’utilizzo di dosi abbondanti di sale nelle pietanze, infatti, reca danni alle arterie ed è una delle cause di alcune importanti patologie, come l’ipertensione. Di recente sulla questione è intervenuto uno studio medico pubblicato dalla Queen Mary University di Londra.

Sale e cibo, quando se ne usa troppo si rischiano danni alle arterie: lo studio scientifico

Un recente studio scientifico, condotto dalla Queen Mary University di Londra, ha confermato ciò che viene ripetuto da anni dai medici. Il consumo eccessivo di sale in cucina causa alcuni importanti problemi alla salute. Al contrario, invece, una riduzione del consumo di sale potrebbe avere un effetto determinante sui tassi di insorgenza delle malattie cardiovascolari. Una scelta che non solo influirebbe sulla malattia e la salute, ma che avrebbe conseguenze rilevanti (in positivo) anche sulle spese sanitarie dello Stato. I ricercatori, infatti, hanno notato che negli ultimi 15 anni il consumo si è ridotto del 15%: “entro il 2050 il programma porterà a 193.870 adulti in meno con malattie cardiovascolari premature, il che si traduce in un costo complessivo di 1,64 miliardi di sterline risparmiati sulle spese sanitarie”.

Una rivoluzione che dovrebbe coinvolgere tutti

L’eccesso di sale, però, non può essere combattuto solo in cucina nella quotidianità. Molti sono, infatti, i cibi precotti o confezionati che acquistiamo giornalmente. Come sottolineano gli esperti della Queen Mary University, infatti, sarebbe opportuno vincolare anche le industrie a collaborare. Graham MacGregor, docente di malattie dell’apparato cardiovascolare presso la medesima università, dunque, ha espresso questa opinione nella relazione sullo studio affermando che “sarebbe opportuno che i Governi adottassero misure restrittive per costringere l’industria alimentare a contribuire nell’ottica di distribuire prodotti caratterizzati da minori quantitativi di sale aggiunto“.

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