Il riscaldamento fa male? Come utilizzarlo al meglio

C’è chi lo odia e chi invece lo imposta al massimo… quando la temperatura esterna si abbassa, nelle case e negli uffici si comincia a litigare per il riscaldamento che, nella maggior parte dei casi, viene impostato al massimo. Non tutti sanno, però, che una temperatura che supera nettamente i 18-20 gradi consigliati può essere dannosa per la salute perché gli ambienti troppo riscaldati fanno lievitare i valori del PM10, che contribuiscono a far aumentare le malattie respiratorie, soprattutto per bambini e anziani.

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Per legge, all’interno delle case e degli uffici, non si dovrebbero superare i 20 gradi: si tratta di una temperatura ideale per riscaldare l’ambiente ed evitare un consumo eccessivo di energia. In particolare, in bagno è possibile concedersi qualche grado in più giusto quando si esce dalla doccia o dalla vasca, mentre in camera da letto conviene non esagerare: la temperatura dovrebbe essere più bassa rispetto al resto della casa, perché in questo modo migliora la qualità del sonno. E’ risaputo, infatti, che se fa troppo caldo, il corpo suda per favorire la dispersione del calore e abbassare la temperatura interna.

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Quando si regola la temperatura del riscaldamento bisogna tenere conto anche dell’umidità: più è alta, maggiore è la sensazione di calore. Inoltre, per evitare problemi respiratori, l’aria non deve essere nè troppo secca, nè troppo umida; può essere utile quindi l’azione dell’umidificatore, ma anche le tradizionali vaschette in ceramica colme d’acqua che si appendono al termosifone garantiscono l’umidità necessaria. Non bisogna dimenticare, poi, di far arieggiare le stanze, evitando il ristagno dell’anidride carbonica, soprattutto in bagno e cucina, dove si accumulano i vapori di condensa e la polvere: bastano anche 5 minuti ogni paio d’ore per cambiare l’aria senza disperdere il calore.

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