Tantissimi a letto per l’influenza, ma il picco arriverà solo a febbraio. Cresce il numero dei contagiati e già oltre un milione e mezzo di italiani sono stati colpiti. Solo nell’ultima settimana ci sono stati quasi quattrocentomila ammalati in più. Il colpevole è lui, l’A/H1N1, lo stesso virus del 2009. I dati del rapporto epidemiologico Influnet dell’Istituto Superiore della Sanità invitano però a non allarmarsi, perché tutto rimane nella media: si parla di 5,77 casi ogni mille abitanti, numero che cresce tra i bambini sotto i cinque anni – 11, 5 casi ogni mille – e che è simile invece nelle fasce di età che vanno dai 5 ai 14 anni e in quella dai 15 ai 64 anni, in entrambe la media è di sei ammalati ogni mille persone.
L’Amcli, l’Associazione microbiologi clinici italiani, ipotizza che i casi più gravi di influenza registrati quest’anno potrebbero dipendere da una variante del virus, chiamata A/H3N2, diversa quindi da quella contenuta nel vaccino e che renderebbe quindi i soggetti vaccinati più esposti al pericolo di contrarre l’infezione e avere forme più severe. Inoltre, mentre si sa che i ceppi di influenza A/H1N1 e il ceppo B sono simili a quelli contenuti nel vaccino 20014/2015, quelli A/H3N2 mostrano differenze genetiche. Tuttavia i focolai di questo ceppo sembrano rimanere piuttosto circoscritti al Nord Europa e agli Stati Uniti.
Intanto il calo registrato nelle vaccinazioni continua. A spaventare ancora è la vicenda che ha coinvolto il vaccino Fluad della Novartis, ritirato precauzionalmente dall’Aifa, l’Agenzia del farmaco, nelle scorse settimane, dopo alcune morti sospette, e poi scagionato dalle analisi effettuate. Il consiglio che viene dall’Iss è comunque sempre lo stesso: è possibile continuare a vaccinarsi e bisogna farlo in fretta, perché il picco stagionale è alle porte e il vaccino non fa effetto prima di due settimane.
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