Quante volte è stato detto che dormire nel lettone col proprio figlio non fa bene? Eppure quando i piccoli sgranano gli occhi e chiedono a mamma e papà di lasciargli uno spazietto in mezzo sono in pochi, pochissimi a resistere. Una recente ricerca svela che chi lo ha fatto non ha commesso nessun errore, anzi. Dividere il materasso con il proprio pargolo non solo non comporta nulla di negativo, ma farebbe addirittura bene. A sostenerlo è il professore di antropologia James Mckenna, tra i massimi esperti di co-sleeping, che in un’intervista all’Huffington Post ha elencato una serie di benefici derivanti da questa tenera condivisione.
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Il presupposto da cui parte lo studioso è che l’essere umano alla nascita è immaturo e sottosviluppato dal punto di vista neurologico data la necessità del neonato di avere un cranio in grado di attraversare nel corso del parto lo spazio pelvico. Il contatto materno ha il potere di innescare vere e proprie trasformazioni fisiche nel neonato, ma anche di influenzarne il respiro, la temperatura corporea, la pressione sanguigna e, di conseguenza, i livelli di stress. Studiando il comportamento dei primati, Mckenna ha analizzato gli effetti fisiologici cui andavano incontro i cuccioli di scimmia separati per breve periodo dalle madri e ha scoperto che la vicinanza con i genitori, madre soprattutto, arreca beneficio alla salute dei piccoli, influenzando il tasso di crescita.
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Gli fa eco Margot Sunderland, direttrice del Center for Child Mental Health di Londra, consigliando di respingere l’opinione dominante secondo cui il sonno condiviso sarebbe dannoso: in passato il co-sleeping era un’abitudine largamente diffusa ed è anche comune nel mondo animale. Condividere il letto è un modo per rafforzare il legame dei genitori col figlio, fa dormire più sereni entrambi e contribuisce al benessere psicofisico delle due parti, anche se bisogna sempre tener conto dei pericoli e prendere le dovute precauzioni, come quelle di scegliere un materasso rigido, evitare cuscini accanto al piccolo e farlo dormire in mezzo. Ma occhio anche alla scomodità, che potrebbe portare a dolori di schiena o peggio nel corso della giornata.
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