Sushi: a Milano è più popolare della cotoletta. La cucina etnica batte quella tradizionale

Milano è la patria della cotoletta. O forse bisognerebbe parlare al passato? Alcuni dati recenti dimostrano infatti che la cucina etnica sta soppiantando quella tradizionale, modificando i gusti e le scelte dei milanesi. Nel dettaglio, il nemico della cotoletta ha un nome ben preciso: sushi. Ebbene sì, si tratta della specialità giapponese più conosciuta al mondo, che negli ultimi anni ha avuto un vero e proprio boom. Complici le catene low cost e i locali fusion più alla moda, il sushi è entrato a far parte delle abitudini alimentari degli italiani (si può fare anche in casa). Anche i più scettici probabilmente l’avranno provato almeno una volta, superando ogni preconcetto nutrito nei confronti del pesce crudo.

Il predominio della cotoletta e della tradizione in generale era già stata minata dalla cucina cinese, eppure il sorpasso vero e proprio è stato effettuato da quella dei ‘cugini’ giapponesi. A rivelarlo sono alcune statistiche effettuate da Zomato (un’app di ricerca nel campo della ristorazione) su tutto il territorio milanese: in 9 zone su 16, il sushi è l’alimento che si trova più facilmente. Le tipologie di ristorante prese in esame sono le più svariate: dalla trattoria al locale di lusso, dalla tavola calda al bar che vende panini e tramezzini. Il sushi ha superato tutti.

Ma ci sono delle zone in cui la tradizione riesce ancora a tenere alla larga i suoi più diretti avversari? La risposta è affermativa e si tratta delle zone più turistiche, cioè quella del Duomo, San Babila e Navigli. Buenos Aires, invece, è la roccaforte della cucina etnica, mentre nel quartiere Isola vanno forte le proposte gastronomiche più salutiste. Se poi si ci si vuole avvicinare al sushi senza trascurare le eccellenze, il meglio è offerto dal ristorante Iyo che si trova in via Piero della Francesca: il locale ha ricevuto una stella Michelin e potrebbe rappresentare una tappa imperdibile al pari della Madonnina e del Castello Sforzesco.

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