Una ricerca ha messo in guardia sull’assunzione di integratori di vitamine B6 e B12 in quanto collegati al pericolo di cancro ai polmoni: i vegani rischiano grosso?
La vitamina B6 ha un ruolo importantissimo nei processi metabolici e nella produzione di energia, mentre la B12 è fondamentale per la sintesi dei globuli rossi. La prima si trova in alimenti quali farine integrali, avocado, banana, carote, nocciole e lievito di birra, mentre la seconda è presente nel rosso dell’uovo, fegato, carne rossa, pesce e in minor quantità nei formaggi molto stagionati. Appare subito evidente, quindi, che la vitamina B12 sia sovente deficitaria nei vegetariani e soprattutto nei vegani, i quali devono ricorrere a qualche integratore per evitare di accumulare una carenza via via più profonda. Questa soluzione, tuttavia, potrebbe esporli al rischio di un tumore al polmone.
Ad affermarlo è una ricerca dell’Università dell’Ohio, secondo la quale esiste una relazione tra gli integratori di vitamina B6-B12 e le probabilità di ammalarsi di cancro ai polmoni (emerso da recenti statistiche come il tumore più diagnosticato al mondo e al tempo stesso quello col tasso di mortalità più elevata), soprattutto nei fumatori di sesso maschile. Lo studio ha dimostrato che questa categoria arriva a moltiplicare per 3 le probabilità di sviluppare un cancro ai polmoni se assume con assiduità integratori di vitamina B6 e per 4 se assume quelli di vitamina B12. Le quantità sufficienti a scatenare questo pericoloso meccanismo sono 20 mg di vitamina B6 e 55 microgrammi di B12.
Il pensiero è volato immediatamente ai vegani – per i quali diventa quasi impossibile trovare queste vitamine del gruppo B nei loro pasti – ma gli altri non possono certo considerarsi esenti. Questi integratori vengono venduti in ogni farmacia allo scopo di garantire il benessere di globuli rossi e metabolismo (specialmente nell’elaborazione di proteine, grassi e carboidrati), nonché come energizzante. Ad alleviare la pillola nel vero senso della parola sopraggiunge il fattore “quantità”: le dosi definite pericolose sono superiori a quelle garantite dai più comuni multivitaminici, sebbene il team americano coordinato dal professor Theodore Brasky sia deciso ad approfondire la vicenda e a capire quanto debba essere circoscritta l’assunzione di questi integratori per evitare di correre qualsiasi rischio.
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