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Come le star

William e Kate: perché si abbassano per parlare ai figli, come mai prendere esempio

Il principe William e sua moglie Kate si abbassano al livello dei figli per parlare con loro: gli psicologi spiegano il motivo e perché ogni genitori farebbe bene a prendere esempio.

George e Charlotte sono senza dubbio i bimbi più fortunati di tutta l’Inghilterra (e non solo di quella, verrebbe da dire): papà William e mamma Kate sono due genitori premurosi e presenti, senza contare i benefici che derivano ovviamente dall’appartenenza alla famiglia reale. Se avere una bisnonna come Elisabetta II non fosse già da sola una fortuna sufficiente, gli psicologi si sono impegnati nell’interpretare un dettaglio che rende onore a William e Kate. In moltissime apparizioni pubbliche è stato possibile constatare che la coppia si abbassa alla loro altezza per rivolgersi ai due royal babies. Ma come mai?

A quanto pare il motivo è di carattere pedagogico, tant’è che ogni genitore dovrebbe apprendere la lezione e ripetere questo atteggiamento con i propri figli. Sono le pagine de El Paìs ad andare a fondo della curiosa vicenda citando alcuni concetti espressi dagli psicologi Carl Rogers e Richard E. Farson. Nel 1957 sono stati proprio questi ultimi a definire tale approccio come un “ascolto attivo”. Considerando che si tratta di una delle tecniche più efficaci per educare i figli, meglio prendere appunti e cercare di comportarsi esattamente come William e Kate. Inchinarsi verso i bambini infatti non è un mero modo di tendere l’orecchio e sentire più nitidamente le loro parole.

Piuttosto, l’ascolto attivo aiuta grandi e piccini a capirsi meglio: per il bambino diventa più facile comprendere il mondo degli adulti mentre gli adulti empatizzano nei loro riguardi. Tutto merito del contatto visivo che questi due mondi riescono finalmente ad avere: i genitori possono capire ciò che il bambino sente e non solamente ciò che esprime con le parole. Viceversa, vedere il genitore mettersi al suo stesso livello trasmette calma e serenità al bambino. Anziché rimproverare i figli in base alle proprie necessità (“Smetti di piangere perché mi dai fastidio”), è possibile risolvere a fondo il problema (“Come posso aiutarti affinché tu smetta di piangere”). Se l’idea sia nata dagli esperti di Buckingham Palace o da questi due genitori reali poco importa: gli intenti restano nobili nel vero senso della parola.

LEGGI ANCHE: KATE MIDDLETON TRA GLI “EROI DELL’ANNO”: MERITO DEL SOSTEGNO ALLE MALATTIE MENTALI DEI BAMBINI

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