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Salute

Problemi al cuore, il killer dei killer. Ma un nuovo farmaco allunga la vita

Lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero ospedaliero oltre che una delle principali cause di morte: un nuovo farmaco arriva in soccorso, di che si tratta e perché funziona.

Se viene detto il killer dei killer, un motivo ci sarà. Con oltre 1 milione di pazienti solamente in Italia, lo scompenso cardiaco rappresenta il termine di molte malattie. Il cuore è l’organo motore del corpo e quando si affatica fa difficoltà a pompare sangue ai tessuti. Purtroppo con l’invecchiare della popolazione i dati sono destinati persino a peggiorare e le 190mila ospedalizzazioni annue potrebbero lievitare. O forse no, considerando che un nuovo farmaco, già disponibile, ha dimostrato di poter dare un contributo notevole alla causa.

Il nuovo medicinale è basato sull’associazione di sacubitril e valsartan, ha inaugurato una nuova famiglia di farmaci e a quanto pare pare può abbattere la mortalità cardiovascolare del 20 per cento. Un dato importante che promette, quindi, di far vivere più a lungo. Per la precisione i pazienti potrebbero vivere in media un anno e 3 mesi in più rispetto alle precedenti aspettative. Il dott. Michele Senni, direttore dell’Unità strutturale complessa di Cardiologia 1 – Scompenso e trapianti di cuore all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in un’intervista rilasciata all’AdnKronos Salute ha dichiarato che si attendeva un farmaco così da almeno 15 anni.

Ma come funziona esattamente questo rivoluzionario medicinale? Detto in termini scientifici, il valsartan provvedere alla vasodilatazione e al calo della pressione mentre il sacubitril è un inibitore della neprilisina, ovvero un enzima che degrada alcuni ormoni fabbricati dal muscolo cardiaco. In altre parole, questo mix possiede una doppia valenza: pompa e ghiandola. La previsione, ovviamente, è che esso sostituisca le vecchie alternative nel giro di 2-3 anni. Al malato non mancano i potenziali vantaggi: sacubitril/valsartan permette l’assunzione di una compressa per due volte al giorno: nei pazienti con insufficienza cardiaca sistolica finora i trail parlano di un aumento della sopravvivenza e di un miglioramento della qualità della vita.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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