Questo piatto è ormai un trend ma nasconde un segreto

Il piatto trend che sta spopolando sui social ed è apprezzato dalle nuove generazioni nasconde un segreto e andrebbe ridimensionato.

Esistono determinate pietanze che con il tempo conquistano a tal punto il palato della della clientela, tanto da divenire delle vere e proprie tendenze sulle piattaforme social. L’avvento di strumenti di comunicazione come Instagram, Facebook, Pinterest e simili – ha alimentato la curiosità degli appassionati di cibo. Ad oggi, esiste persino una professione legata alla condivisione di immagini appetitose ed ovviamente di ricette da riprodurre entro le mura domestiche. I food blogger hanno così invaso il web, così come i colleghi esperti in campo beauty, fashion, viaggi e così via.

Tornando dunque alle grandi tendenze (soprattutto se facciamo riferimento alle nuove generazioni), tra i piatti più fotografati sui social non possiamo non parlare del sushi – tipica pietanza gastronomica giapponese, riadattata nei nostri ristoranti per avvicinarsi al gusto occidentale. E’ possibile accedere agli All You Can Eat, i quali contemplano un consumo pressoché illimitato di ricette strepitose. Dai nigiri, fino ad arrivare all’oshi, per poi passare infine per gli uramaki – ognuno di noi ha sicuramente provato questi micro-alimenti almeno una volta nella vita.

Al contempo, è risaputo che il consumo di sushi provochi un effetto collaterale: la dipendenza dall’alimento. Ingerite il primo pezzo e continuate ad ordinare senza freni; una volta ultimato il pasto fate il conto alla rovescia, aspettando con frenesia che arrivi la prossima occasione di pranzo conviviale con gli amici. Sorge quindi spontanea una domanda: all’interno del sushi vengono inserite delle sostanze che creano dipendenza? A questo proposito, la risposta è particolarmente semplice.

Il sushi è il piatto trend, ma crea dipendenza? La verità

Il fatto che il sushi crei dipendenza non è sicuramente una fake news, al contrario l’abbinamento degli ingredienti creerebbe delle reazioni chimiche nel cervello, responsabili del desiderio continuo di consumare questo famoso alimento. Da cosa nascono dunque queste reazioni chimiche? In primo luogo, il riso utilizzato per la preparazione viene cotto nell’aceto – questa pratica causa dunque un picco glicemico in chiunque ingerisca l’ingrediente. Lo zucchero assunto arriva dunque al cervello.

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Il Sushi crea dipendenza? Tutta la verità – velvetbody.it

A questa prima fase, si sussegue la produzione di insulina, processo del nostro organismo che libera il triptofano e la serotonina. Questi due elementi non sono nient’altro che i famosi ormoni della felicità. Eppure non è finita qui.

Le alghe utilizzate per la realizzazione dei piccoli rolls contengono glutammato di sodio, esaltano quindi la sapidità, coinvolgendo le papille gustative nella loro completezza; questo, associato poi a gusto dolce e delicato del pesce, trasforma il sushi in un vero e proprio afrodisiaco.

Dalle informazioni analizzate si evince dunque che il sushi non sia assolutamente un alimento tossico. Il pericolo insorge laddove il pesce non sia di buona qualità, in quanto in questo caso si corre il rischio di un’intossicazione alimentare vera e propria. Per il resto, se consumato moderatamente, la pietanza giapponese può tranquillamente far parte della nostra routine settimanale.

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