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Egosurfing, i narcisi del web sono giovani: uno su 2 si cerca su Google

Un utente di internet su 2 cerca il proprio nome su Google: è quanto emerge da uno studio condotto dal Pew Research Center e diffuso pochi giorni fa, in occasione del 15esimo compleanno del motore di ricerca più utilizzato al mondo. In un sondaggio condotto tra aprile e maggio del 2013, i ricercatori hanno osservato che il 56% degli utenti del web ha utilizzato un motore di ricerca per cercare il proprio nome, per vedere quali informazioni su se stessi erano disponibili online: un dato in netta crescita rispetto al 22% che lo aveva fatto nel 2001. Eppure, nonostante gli aumenti significativi nella condivisione delle informazioni personali attraverso i social network e altri canali, recentemente il cambiamento è stato inferiore: nel 2009, il 57% degli utenti dichiarava di aver cercato il proprio nome online.

In generale, è più probabile che a monitorare le proprie “impronte digitali” siano gli under 50 rispetto ai più anziani, come pure le persone con un livello di istruzione e con un reddito più elevato. Dall’indagine è emerso che il 58% dei narcisisti del web sono maschi e bianchi, mentre la percentuale più alta per fasce di età si ritrova tra gli utenti tra i 18 e i 29 anni (con il 64%), seguiti da quelli tra i 30 e i 49 anni (58%). Oltre i 50 anni, invece, cresce l’interesse per il “monitoraggio” di figli e nipotini.

Oltre all’utilizzo di un motore di ricerca, il 24% degli utenti dice di aver usato altri siti web o servizi, come i siti di social media e le directory, per cercare il proprio nome per vedere quali informazioni sono disponibili su di loro online, una percentuale in leggero aumento rispetto al 20% che ha detto di averlo fatto nel 2009.

In generale, “è diventato sempre più importante verificare le nostre tracce digitali accessibili a tutti”, ha spiegato l’autrice dello studio Mary Madden. “Impiegati, esaminatori, partner: tutti utilizzano i motori di ricerca per scavare nel passato e nel presente delle persone. Per questo motivo la gestione della reputazione online è diventata un affare sociale e professionale per molti nell’era digitale”.

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